Roma (RM) 1925 Pisa (PI) 14-10-1991

pittore

Si forma al liceo artistico di Brera a Milano con Funi, Carpi, Carrà. Nel 1946 è stato fra i firmatari del Manifesto del Realismo oltre Guernica, e nel 1948 ha aderito al gruppo spazialista milanese.
Dal 1951 al 1955 lavora in ambito ‘tachiste’ con smalti acrilici aerografati o misti a sabbia e sgocciolati sulla tela mediante ‘dripping’. Dova è anche tra i primi interpreti della ‘pittura nucleare’ di Baj e Dangelo (aderisce al movimento nel 1951 con Bertini) e delle ricerche sperimentali dell’informale in Italia. La personale alla galleria del Milione nel 1951, presentata da Gillo Dorfles, e la presenza a tre edizioni consecutive della Biennale di Venezia, nel 1952. 1954 e 1956, accanto all’appoggio della critica, danno all’artista vasta notorietà in ambito nazionale e internazionale. Recupera la figurazione attraverso il contatto col Surrealismo e la frequentazione di Max Ernst, perfezionata alla mostra personale allestita all’artista alla XXVII Biennale. Le sue tele, dai colori vitrei suggestivi di profondità abissali si popolano di strani insetti, totem, inquietanti presenze metamorfiche. L’artista, sempre sostenuto dalla critica, e da M. Tapié in particolare, espone al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, al Salon de Mai e alla Galérie Durand di Parigi, alla Biennale di San Paolo del Brasile. Degli ultimi anni ’50, con l’adesione al gruppo ‘Phases’ di Jaguer insieme a Ernst, Alechinsky, Jorn e Lam, allestisce importanti personali con testi di Estienne, Giani, Jouffroy, Kaisserlian, Russoli. Dagli influssi figurali degli ‘Otages’ di Fautrier passa a brutali personaggi totemici fortemente strutturati e compressi nello spazio, colmi di rimandi esistenziali, derivati da Lam. Nel 1962 Dova allestisce una sala personale alla Biennale ed espone al Salon de Mai di Parigi dove ritornerà nel 1964 e 1967. Lunghi soggiorni in Bretagna nei primi anni ’70 fanno virare la sua iconologia in senso naturalistico, con l’abbandono dell’aggressività abituale dei soggetti per un più disteso clima interpretativo. Del 1971-72 è una vasta personale a Palazzo Reale di Milano, con presentazione di F. Russoli che firma anche la monografia dell’artista nel 1975; del 1984 quella al Circolo della Stampa, introdotta da F. Passoni.

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