Federigo Fabbrini è nato ad Arezzo il 19 settembre 1928.
Dal 1931 risiede a Firenze.
Nel 1948 inizia il suo rapporto con la ceramica , prima come filettatore e decoratore in oro presso la Ditta Bellagio di Castello (Firenze), poi come decoratore su smalto presso presso il laboratorio di Marcello Fantoni, dove ha possibilità di fare anche esperienze come modellatore. In questo periodo conosce il pittore Mario Molli che rimarrà per sempre suo amico.
Nel 1952 con la Ditta Bellagio partecipa alla Mostra dell’Artigianato di Firenze con un proprio campionario di oggetti.
Nel 1953 lavora per una Cooperativa ceramica di Montelupo Fiorentino e conosce i ceramisti Aldo Londi e Bruno Bagnoliassieme al pittore e scultore Mario Vezzelli.
Conosce, a Sesto Fiorentino, Vinicio Brogi già pittore da Fantoni e attualmente presidente de “Il Coccio” umidificatori, con il quale coopererà ad alcuni progetti.
Nel 1957-58, insieme alla moglie Tina, dà vita allo Studio Ceramiche Fabbrini.
Nel 1959 conosce il pittore emiliano Cuniberti, che gli offre altre prospettive e buone introduzioni; viene invitato alla Mostra internazionale di Ostenda ed ottiene uno dei premi del XVII Concorso nazionale della ceramica di Faenza. Crea le famose mini-figurine di Adamo ed Eva riscuotendo grande successo di vendita negli Stati Uniti ed in Svezia.
Nel 1960 riceve il Premio del Ministero delll’Industria e del Commercio al XVIII° Concorso Nazionale della Ceramica di Faenza.
Premiato con la medaglia d’oro alla “Exposition internationale de la ceramique comntemporaine” di Praga nel 1962 e la medaglia d’oro alla “Exposicion internacional de ceramica comntemporanea” di Mar del Plata (Argentina) nel 1963.
Dal 1963 al 1966 apre con l’amico pittore-ceramista e scenografo Mario Molli la Galleria Aquilone (galleria di arte/artigiano) che negli anni successivi si trasformerà in un collettivo: ne faranno parte Claudio Popovic, Paolo Masi, Cioni, Armidelli, Glattfelder.
Alla fine degli anni Sessanta Helen Von Boch vede alcune sue opere di ceramica al Concorso di Faenza, lo contatta e inizia così una collaborazione con la ditta “Villeroy & Boch” di Mettlach che durerà quattro anni (dal 1969 al 1973), di cui i primi due anni assieme a Franco Bucci di Pesaro.
Sono di questo periodo i serviti “Chekiang” e “Chou” e il servito in melamina denominato “La Bomba” (esposto anche al Museo d’arte moderna di New York), completo di posate e piatti firmati assieme ad Helen Von Boch (1972).
Nel 1969 conosce Inge Sauer illustratrice di libri di fiabe per bambini e proprio dal mondo delle fiabe prenderanno poi forma i “pupi” e i “teatrini”.
Nel 1974 è a Salerno alla fabbrica di piastrelle De Agostino per circa otto mesi.
Del 1976 si dedica alla creazione dei pupi e il Laboratorio Pesaro di Franco Bucci ne promuove la produzione e la vendita. Ai pupi si affiancano negli anni successivi i “teatrini”, le “mongolfiere”, i “cavalli a dondolo”.
Nel 1993 chiude il proprio laboratorio a Firenze. Tra il 1992 e il 1993 esegue in gres, con Bruno Gambone, “teatrini e architetture” (teatrini con paesaggi in trasparenza di luce, le litofanie, già sperimentati da molti anni).
Nel 1996 termina il rapporto con il Laboratorio Pesaro di Bucci. Attualmente le sue opere vengono prodotte dalla Ditta Camala, a Fiesole, di Brunella Sciulli.