Situata all’interno della suggestiva cornice naturalistica dei parchi di Nervi e inserita nel polo museale civico comprendente la Galleria d’Arte Moderna e le Raccolte Frugone, la Wolfsoniana – operante in stretta interazione con il suo Centro Studi di Palazzo Ducale – offre al pubblico, con un approccio cronologico-tematico e un progetto di ordinamento flessibile, una consistente selezione di opere della collezione riferite al periodo compreso tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Grazie a una vasta e eterogena varietà di prodotti artistici, librari e archivistici, la collezione della Wolfsoniana – raccolta con passione e curiosità da Mitchell Wolfson Jr. e costituita da un’ampia tipologia di materiali (dipinti, sculture, mobili, arredi completi, vetri, ferri battuti, argenti, tessuti, disegni di architettura, grafica, manifesti e materiali pubblicitari, bozzetti e disegni, libri e riviste) – intende documentare non solo le valenze estetiche e le principali correnti di ricerca del periodo preso in esame, ma anche i significati storici e sociali dell’epoca. All’interno di questo ampio affresco artistico, una significativa sezione è riservata alla ceramica. In linea con la specificità della collezione, sono infatti documentate tutte le principali aree di produzione italiana del periodo, ma anche alcune significative esperienze straniere.

Una particolare attenzione è riservata alle opere dei ceramisti romani, riunitisi nel corso degli anni Venti intorno alla carismatica figura di Duilio Cambellotti, e alle sperimentali ricerche degli artisti futuristi che ad Albissola, grazie all’attività promozionale di Tullio Mazzotti, diedero un sostanziale contributo alla trasformazione delle tradizionali forme espressive della ceramica. Tutte le principali manifatture presenti in Italia tra Otto e Novecento – da Cantagalli alle Fornaci San Lorenzo di Chini, dalla Salamandra alla Rometti, dalla Richard-Ginori alla Società Ceramica Italiana di Laveno – sono presenti all’interno di una raccolta volta a scoprire anche le esperienze vernacolari di singole regioni italiane (come nel caso della ceramica sarda) e la produzione di oggetti di propaganda politica in ceramica.