Roma (RM) 1886 Roma (RM) 1952

scultore, ceramista, decoratore, architetto

http://www.treccani.it/enciclopedia/alfredo-biagini_%28Dizionario-Biografico%29/

Figlio di un orafo romano nel 1907 intraprende gli studi di architettura e di scultura che prosegue dal 1909 a Parigi dove frequenta corsi di anatomia. Rientrato a Roma nel 1912 vince il secondo concorso per il Pensionato artistico nazionale di decorazione. Partecipa alle esposizioni della Secessione romana: nel 1915 espone “Fanciulla dormiente”, la versione in gesso di “Serval” e presenta una serie di “statuine di animali” nella sezione architettura. La presenza e il successo di Micheal Powolny a Roma nel Padiglione austriaco della Mostra per il Cinquantenario del 1911 e nelle successive mostre delle Secessioni, non manca di influenzare con i suoi grassi putti che sostengono cascate di fiori, il futuro ceramista.
Alla Secessione del 1916 Biagini espone “L’amadriade”, scultura in marmo venato di sapore cubista. Si conferma scultore animalista alla mostra d’arte giovanile del 1918 alla Casina Spillman al Pincio. Alla prima Biennale romana del 1921 espone una serie di maioliche a gran fuoco “Gatto che gioca”, “Amatrial”, “Serval”, “Le scimmie”, “Figurina”, “Elefante”, “Tigre”, e una vetrina con nove figure di animali “tutte modellate con sapienza di buon statuario” come scrive il critico Arturo Lancellotti. Queste sculture di Biagini sono prodotte dal Sindacato Industria Artistiche Italiane fondato da Agostino Colonnelli e durato dal 1921 al 1923: recano il marchio SIAI e la dicitura pezzo unico. Altre opere del periodo sono segnate dal marchio SIPLA. Lo scultore aveva anche avuto contatti anche con l’ambiente dei ceramisti faentini e a Faenza aveva realizzato numerose ceramiche caratterizzate da smaglianti fondi bianchi o neri totali. Organizza nel 1930 la Prima mostra nazionale dell’animale nell’arte al Giardino zoologico di Roma esponendo otto sculture. Negli anni successivi prosegue intensa la sua attività di scultore e decoratore (esegue stucchi ,mosaici, statue in bronzo, in rame e in argento) ma non risulta che abbia praticato l’arte ceramica. Nell’ambito della decorazione applicata all’architettura importante è la sua collaborazione con Marcello Piacentini: lavora per il cinema Corso (1915-18), il complesso della Quirinetta (1927), l’Albergo Ambasciatori (1925), il cinema Barberini (1930) a Roma, il cinema Savoia (1920-22) a Firenze. (tratto da: “Artisti e Fornaci. La felice stagione della ceramica a Roma e nel Lazio (1880-1930)”, a cura di DE GUTTRY I. – MAINO M.P., catalogo della mostra Roma 2003, Roma ed. De Luca, 2003, pp.137-138).