Nasce in Sardegna (Italia) nel 1917.
Nel 1929 si diploma alla locale scuola professionale e inizia a lavorare nel laboratorio ceramico di Ciriaco Piras di Dorgali contribuendo così al mantenimento della famiglia.
Grazie a una borsa di studio di 3.750 lire, nel giugno 1930 si trasferisce a Monza per frequentare, giovanissimo, l’Istituto d’arte ISIA, centro di grande fermento culturale che ruota intorno alla Villa Reale monzese, dove, fin dal 1923, si organizzano le Biennali internazionali d’arte decorativa (divenute Triennali nel 1930 e successivamente organizzate a Milano nell’omonimo Palazzo della Triennale di viale Alemagna). L’ISIA è animato da docenti di grande qualità, fra i quali Marcello Nizzoli, che successivamente diventerà famoso industrial designer per Olivetti e altri committenti. In questo clima vivacissimo, Fancello studia ceramica, ma si cimenta anche con altre specialità d’arte tradizionale e di arte leggera. All’ISIA emerge immediatamente per le sue capacità, unanimemente riconosciute sia dai docenti che dagli stessi compagni. Molti dei suoi lavori del suo periodo all’ISIA fanno oggi parte delle Raccolte D’Arte del Comune di Monza.
Il suo percorso artistico si svolge nell’arco di appena un decennio.
Le sue prime terrecotte note datano intorno al 1933; tra il 1933 e il 1935 compone un “Bestiario” in terracotta. Nel 1934 consegue il diploma di Capo d’Arte in Ceramica. Dal 1934 e fino alla sua chiamata alle armi Fancello trascorre le estati a Padova, presso il laboratorio del suo maestro Virgilio Ferraresso.
Il 1936 è per lui un anno importante: espone alla VI Triennale di Milano (Palazzo dell’Arte) dove viene assegnato il Gran premio ai suoi Segni zodiacali. L’architetto Giuseppe Pagano, insegnante all’ISIA, lo apprezza e lo sostiene, la critica comincia ad interessarsi ai suoi lavori. Si trasferisce a Milano dove frequenta i circoli di cultura razionalista.
Nel 1937 conosce Giulio Carlo Argan, all’epoca funzionario del Ministero dell’Educazione Nazionale; conosce anche Giulio Rosi sovrintendente a Torino: entrambi gli acquistano delle opere. Lavora a un bassorilievo e a dei graffiti per la Mostra Tessile di Roma, lavora anche per la Olivetti. Nello stesso anno è da Mazzotti ad Albissola dove lavora insieme a Fontana. A dicembre è chiamato alle armi.
Nel 1938, durante il servizio militare, conosce Cesare Brandi. Giulia Veronesi gli dedica un articolo sulla rivista Corrente mentre le opere eseguite per la VI Triennale vengono pubblicate da Pagano nel libro Arte decorativa italiana di Hoepli. È in gravi difficoltà economiche. Lavora ancora ad Albisola da Mazzotti ed è a contatto con i futuristi, Martini, Sassu, vi ritrova Fontana ed esegue oltre cento pezzi di notevole valore (bestiario, piatti, vasi). Nello stesso anno realizza, a china ed acquerello su un lungo rotolo di carta per telescrivente, il Disegno ininterrotto e ne fa dono di nozze agli amici Costantino Nivola e Ruth Guggenheim che, poco dopo, dovranno emigrare a causa delle leggi razziali, dapprima in Francia e poi negli Stati Uniti.
È richiamato alle armi nel 1939. Nel marzo 1940 è a Milano, in licenza: lavora per la VII Triennale dove consegue il diploma d’onore.
Per incarico di Giuseppe Pagano, esegue un importante apparato decorativo in ceramica e un bassorilievo in ceramica smaltata per la sala mensa dell’Università Bocconi di Milano. Sono lavori imponenti per qualità e dimensioni: il complesso maggiore è un mosaico ceramico a bassorilievo, modellato e cotto ad Albisola nel 1939, collocati in opera nel 1941 a spese dell’autore stesso. Purtroppo il ciclo di questi lavori ci è giunto incompleto.
Ai primi di gennaio del 1941 è richiamato alle armi ad Ivrea, e viene poi inviato sul fronte greco-albanese. Muore a Bregu Rapit, in Albania, il 12 marzo 1941 e viene sepolto nel cimitero di guerra.
Nel 1942 una mostra omaggio alla Pinacoteca di Brera celebra il giovane artista caduto in guerra raccogliendone sculture, ceramiche e disegni: vengono esposte opere provenienti dalle collezioni Argan, Labò, Mazzotti, Mussolini, Pagano, Palanti, Pintori, Podestà. Nel 1947 gli viene conferita la medaglia d’argento al Valor Militare. Nel 1962 le sue spoglie vengono riportate in patria e tumulate nel camposanto di Dorgali.