Asger Oluf Jørgensen nasce a Vejrum in Danimarca nel 1914 e muore a Aarhus nel 1973. Compie la propria formazione artistica come pittore figurativo. Nel 1929 la famiglia si trasferisce a Silkeborg e qui Jorn inizia a dipingere. Espone nel 1933 per la prima volta, presso la “Jydsk Forening for Moderne Kunst” (Associazione Jutlantica per l’Arte Moderna), con opere espressioniste. Lavora nel campo dell’incisione e della grafica. Si trasferisce quindi a Parigi per diventare pittore e studia con Léger tra ’36 e ’37. Decora il Padiglione francese all’Esposizione Universale di Parigi nel 1937. All’epoca la sua pittura è molto simile a quella di Miró. Sono anni in cui esplora molte tecniche come il collage, il colore a spruzzo, la combinazione di disegni su supporti trasparenti. Tornato in Danimarca si iscrive nel ’38 all’Accademia di Belle Arti di Copenhagen e studia con Axel Jørgensen che gli fa capire la differenza tra realismo, naturalismo e formalismo. Nel 1938 si tiene la sua prima personale e l’artista si associa al movimento Linien (Linea). Durante la Seconda Guerra Mondiale la Danimarca cade in mano tedesca. L’artista partecipa alla Resistenza. Nel 1941 è co-fondatore della rivista”Helhesten” (Il cavallo dell’Inferno), che più tardi ispirerà la rivista Cobra, un miscuglio di arte, letteratura, cinema, etnografia, archeologia, etc. Nel 1942 partecipa al gruppo Host, un gruppo di stampo impressionista, ma con una spiccata tendenza all’astrazione. Alla fine della guerra, Jorn risponde ad un’inchiesta del MoMA sull’arte dei diversi paesi, affermando che l’astrazione “automatica” era il modo di trasferire la spontaneità del disegno alla pittura. Egli avvertiva che solitamente i colori erano intrappolati, ingabbiati dal disegno, ma il gruppo danese era andato oltre, giungendo alla “Spontaneità pittorica” o “Astrazione spontanea”. Altra idea di Jorn al tempo era quella della “Creazione vuota”. Lo stato ideale del pittore prima della creazione doveva essere l’assenza di idee, di progetti, nella mente. Nel 1945 cambia nome da Asger Jørgensen in Asger Jorn. Dipinge tra 1945-46 i Didaskas, piccoli acquerelli, ma anche olii di più grandi dimensioni, caratterizzati da colori luminosi e da contorni ondeggianti. I soggetti di queste opere sono spesso figure con grandi teste. In molti Didaskas Jorn usa simboli, stelle, animali fantastici. Dopo la guerra viaggia, recandisi a Saxnäs, a Lapland, in Olanda (nel 1946) e più tardi in Tunisia. In Olanda conosce l’olandese Constant e il poeta belga Dodremont, coi quali crea il movimento CoBrA. All’epoca Jorn faceva parte del gruppo francese Surrealista Rivoluzionario. CoBrA viene fondato a Parigi nel 1948 da sei artisti e poeti, danesi, olandesi e belgi: Jorn, Appel, Constant, Corneille, Noiret and Dotremont e viene portato avanti come movimento per tre anni, fino al 1951. CoBrA nasce in sintonia con la filosofia e la letteratura del tempo, con l’Esistenzialismo e con Camus. L’arte di CoBrA è dominata dal caos e dal disorine, è un’arte folklorica, arte infantile, arte malata, in analogia con le ricerche di Dubuffet, il quale fece parte di CoBrA. Jorn si interessa, inoltre, dei miti nordici e degli elementi primari ed universali in essi racchiusi. Questo che viene definito il suo periodo scuro, si ritrova nelle serie della Visione della guerra, dei Dipinti storici e dei dipinti titolati Aganak. Jorn vive in ristrettezze economiche ed è malato e questo sicuramente influisce sulla sua arte. Grandi aquile bicipiti e gli Aganak, creature simili a scarabei, coccodrilli o scorpioni, sono i soggetti di questi dipinti. La sua prima decorazione è quella per il Padiglione francese dell’Esposizione Universale di Parigi del 1937, sotto la supervisione di Le Corbusier, segue quella per l’asilo nel distretto di Copenhagen Hjortøgade, Østerbro, nel 1944 quella per un cottage nel nord della Zelanda, poi quella per la casa dell’amico Erik Nyholm a Silkeborg nel 1949. Tutte queste opere sono state distrutte inclusa un’altra a Bregnerod. L’artista si reca nuovamente in Olanda per partecipare alla “Prima Esposizione Internazionale di Arte Sperimantale” che avrebbe dovuto tenersi allo Stedlelijk Museum di Amsterdam, nel 1949. L’esposizione prevede la presenza di artisti olandesi e danesi come Constant, Corneille, Appel, Ortvad, Jorn, Carl Henning Pedersen, tutti membri di CoBrA, ma non vede mai la luce. L’ultimo evento di CoBrA fu la “Seconda Esposizione Internazionale di Arte Sperimantale” al Palais des Beaux-Arts a Parigi. Jorn non vi partecipa perché gravemente ammalato di tubercolosi. Nel 1951 Jorn torna in Danimarca. All’epoca lavorava alla grande serie di dipinti Sul mito silente per la biblioteca di Silkeborg, per i quali si ispira da un lato allo scrittore danese Johannes V. Jensen e dall’altro al pittore norvegese E.Munch, la cui grande retrospettiva a Copenhagen nel 1946 aveva suscitato grande impressione. Un aspetto atipico di questa serie di sette dipinti intitolati Opus 1-7 è che l’intero ciclo sia stato progettato nell’insieme. Qui Jorn reintroduce l’elemento figurativo.
In questi anni Jorn inizia a lavorare la ceramica. Knud Jensen, il proprietario di uno studio ceramico modella i vasi e Jorn li decora e dipinge. L’attività prosegue ad Albisola in Italia, dal 1954. Appel, Corneille e Baj lavorano con lui. CoBrA viene molto seguito in Italia e Jorn partecipa a numerose esposizioni alla fine degli anni Cinquanta, a Roma, Venezia e Firenze. Nel 1955 compra casa e studio a Parigi. L’artista ha ormai raggiunto una certa notorietà. La sua opera Lettera a mio figlio viene esposta alla mostra “50 anni d’arte moderna” all’Esposizione Mondiale di Bruxelles nel 1958. Alla fine degli anni Cinquanta tiene personali a Londra, Parigi e Monaco. Nel 1956 inizia uno dei suoi più grandi dipinti, Stalingrado, che parte come opera figurativa per essere ripresa e rielaborata successivamente giungendo ad una forma quasi astratta. Jorn lavorerà a quasta opera fino al 1972.
Dal 1959 al 1962 lavora alle opere Modificazioni e Deformazioni. Cambierà dopo pochi anni i volti-ritratto ai personaggi delleDeformazioni, trasformandoli in creature grottesche, sarcastiche e provocatorie.