Presso-colatura a bassa pressione
Presso-colatura ad alta pressione
Monocottura rossa porosa
Vitreous China
Fine Fire Clay
1955 denominazione: Testalepre A. - Tronti C. e C. Ceramica Flaminia
1963 denominazione: Ceramica Flaminia Sas di Caponi Ramiro e C.
1983 denominazione: Ceramica Flaminia S.r.l.
1996 denominazione: Ceramica Flaminia S.p.A.
Gli scioperi infruttuosi del 1954, a seguito delle rivendicazioni salariali nelle aziende ceramiche di Civita Castellana, convincono 23 giovani operai a mettersi in proprio ed a costituire la Ceramica Flaminia, azienda che sin dal gennaio 1955 inizierà la produzione di sanitari. Per reperire i capitali necessari alcuni si indebitarono ed altri posticiperanno la data delle nozze già programmate, ma tutti contribuiscono con la fatica e con il duro lavoro alla realizzazione di quello che appariva un sogno. All’epoca la lavorazione dei sanitari avveniva con sistemi artigianali. Il prodotto veniva cotto in una fornace a legna la cui struttura si rifaceva a quella delle fornaci rinascimentali. Nessuno strumento indicava la temperatura e scandiva le varie fasi di cottura, era soltanto la maestria dei “fornaciari” a portare a termine con successo questa critica e conclusiva fase della lavorazione. Con il boom economico cambiano anche le esigenze del mercato, non si parla più di singoli articoli ma di serie composte da vaso e cassetta di scarico, bidet, lavabo e colonna. I prodotti inoltre, non sono più esclusivamente bianchi ma ha inizio l’era del colorato. Queste novità e l’incremento della domanda, portano a modifiche della catena produttiva: l’azienda cosi, sostituisce la vecchia fornace con un moderno forno a tunnel alimentato a nafta. In quegli anni l’azienda, inizia a progettare nuove linee ed inizia a pubblicizzare i propri prodotti attraverso cataloghi che riproducono i singoli articoli con fotografie e misure tecniche. Gli anni Ottanta si caratterizzano per la meccanizzazione di parte del processo produttivo con il passaggio da una produzione totalmente manuale ad una automatizzata. È una fase debole quella che caratterizza l’inizio del decennio, si avverte il bisogno di invertire la rotta per uscire dalla situazione critica in cui l’azienda si trova. Nel 1996, la precedente S.r.l. si trasforma in società per azioni e di lì a pochi mesi si dà il via alla “rivoluzione” che si concretizzerà con l’ingresso in azienda di Roberto Palomba che assume la direzione artistica e inizia a progettare nuovi prodotti insieme a Ludovica Serafini. Si decide di puntare sul design per innovare i sanitari e l’ambiente bagno avvalendosi anche di collaborazioni esterne, come quella che nel 1997 porterà poi Giulio Cappellini a realizzare il prodotto che fu l’icona del cambiamento: il lavabo Acquagrande. La nuova “linea design”, di lì a poco si arricchì di nuovi articoli. Una produzione dal forte impatto stilistico che venne promossa sulla stampa e sui cataloghi aziendali con immagini forti e soluzioni d’arredo innovative. Esemplificativi di questo nuovo modo di progettare sanitari in ceramica con un alto tasso d’innovazione sono prodotti come Acquagrande (lavabo di forma squadrata e di dimensioni generose), Link (vaso e bidet sospesi con scarico a vista e senza fori di fissaggio), Twin Column (lavabo a colonna da centro stanza), Twin Space (piatto doccia da centro parete)
Il successo riscosso dai nuovi prodotti, caratterizzati da elevate difficoltà di realizzazione, comporta una ridefinizione delle linee di produzione che si concretizza sia nell’adozione di impianti ad alto tasso tecnologico sia nella realizzazione di due nuove aree produttive. Questi sono anche gli anni del definitivo ingresso in azienda delle seconde generazioni, dei figli cioè dei soci fondatori.
Continua la realizzazione di nuovi prodotti sempre innovativi sia nel design che nelle soluzioni tecniche. Nel 2004 assume la direzione artistica dell’azienda Giulio Cappellini che apre alla collaborazione con alcuni dei più noti designer del momento e con giovani alle prime esperienze. La Flaminia diviene un crocevia dove si incontrano le più svariate esperienze progettuali e può vantarsi di essere l’azienda di sanitari con il maggior numero di progettisti.
La crisi iniziata nel 2008, vede l’azienda impegnata ad affrontare la sfida di un mercato sempre più difficile e selettivo. Sul fronte produttivo la sfida è quella di realizzare sanitari di alta qualità mantenendo sempre la formula Made in Italy ed un adeguato livello dei costi, facendo sempre leva sulla elevata professionalità delle maestranze e sull’innovazione tecnologica.
Anche in piena crisi l’azienda non ha mai smesso di ricercare soluzioni tecniche e stilistiche da apportare ai sanitari in ceramica. Le recenti collaborazioni con famosi progettisti italiani, come Alessandro Mendini e Paola Navone, e internazionali, come lo Studio Nendo e Jasper Morrison sono il segno che la Flaminia intende continuare a produrre sanitari di design esclusivamente in Italia, ritenendo che tali caratteristiche siano apprezzate dal mercato.
Nel 2011 Ceramica Flaminia è stata tra le prime aziende del settore ad ottenere la licenza d’uso del Ceramics of Italy, marchio promosso da Confindustria Ceramica, il cui intento è quello di valorizzare il patrimonio storico, culturale e produttivo della tradizione ceramica italiana.Efficienza, qualità, ricerca, innovazione fanno del marchio Flaminia uno dei più prestigiosi testimoni del “saper fare Italiano”, riconosciuto e stimato dovunque.
Lavabo Acquagrande, design Giulio Cappellini e Roberto Palomba, anno 1997
Piatto doccia modulare Tatami, design Ludovica e Roberto Palomba, anno 1999
Acquagrande, 1997. Design: Giulio Cappellini e Roberto Palomba. Immagine tratta da: Elementi del progetto sanitari il design della migliore produzione, Federico Motta Editore, 2004, p. 92
Twin set, 1999. Design: Ludovica e Roberto Palomba. Immagine tratta da: Elementi del progetto sanitari il design della migliore produzione, Federico Motta Editore, 2004, p. 248
Link, 1999. Design: Giulio Cappellini, Ludovica e Roberto Palomba. Immagine tratta da: Elementi del progetto sanitari il design della migliore produzione, Federico Motta Editore, 2004, p. 90
Twin column, 1999. Design: Ludovica e Roberto Palomba. Immagine tratta da: Elementi del progetto sanitari il design della migliore produzione, Federico Motta Editore, 2004, p. 244
Spin, 2002. Design: Ludovica e Roberto Palomba. Immagine tratta da: Elementi del progetto sanitari il design della migliore produzione, Federico Motta Editore, 2004, p. 240
Lavabo freestanding Monoroll, design Nendo, anno 2010. Questo lavello non è un semplice contenitore ma rappresenta un argine: la sua forma ricorda un foglio di carta arrotolato su se stesso..
"Rocchetto", sgabello tavolino in ceramica ideato da Alessandro Mendini, anno 2010
Una linea arrotondata definisce il vaso e bidet "Pinch", rendendoli ideali sia per ambienti classici che contemporanei. Forme e linee pure, tipiche del linguaggio progettuale di Nendo, sono in questa collezione, enfatizzate al massimo. Le curve sinuose perfettamente disegnate, danno vita a due prodotti armoniosi e leggeri. Il wc è prodotto nella versione goclean. Design Nendo. 2015.
Ispirato ai bagni tradizionali giapponesi ma anche alla cerimonia del tè, il lavabo "Saltodacqua" rende omaggio ai rituali più radicati nella cultura del paese del Sol levante. Così, il getto di acqua utilizzato per le operazione di igiene personale riproduce il regolare rovescio di un ruscello o la caduta fluida e armonica dell’infuso che raggiunge la tazzina, per stimolare la pace interiore. 2016.
Un linguaggio stilistico sempre attuale contraddistingue la ormai storica collezione di lavabi "Miniwash", che si arricchisce delle due nuove misure da cm 60 e cm 75, proposte in varie tipologie: con e senza piano rubinetteria, da appoggio, sospesi e sottopiano. Con le nuove varianti questa collezione di lavabi è in grado di soddisfare le molteplici esigenze di chi realizza o ristruttura il bagno. 2017.
Serie "Nuda", una gamma di prodotti da un’estetica “young”, ideali per quegli spazi urbani dove lo spazio è il vero lusso. Mantenendo le linee del progetto originale inalterate, si è lavorato su proporzioni e dimensioni, riducendo gli spessori, in coerenza con il trend degli ultimi anni. Materiale e design interagiscono alla perfezione plasmando lavabi leggeri, essenziali e al contempo sofisticati. 2018.
Mater Ceramica @ 2018
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