Stoviglieria, Porcellana da tavola, Vasellame, Sanitari

Terraglia smaltata dal 1856 Porcellana dal 1926

1883 denominazione S.C.I. (Società Ceramica Italiana)

1965 incorporazione dal gruppo Richard-Ginori

Gli ex tecnici della Richard Ginori: Alessandro Carnelli, Carlo Caspani e Severino Revelli fondarono nel 1856 negli stabilimenti della ex vetreria Franzosini, una manifattura di terraglia per la produzione di serie che, dal 1883, prese il nome di Società Ceramica Italiana (S.C.I.). La fabbrica disponeva di tre antichi forni (i primi costruiti in Italia) intermittenti di tipologia a fiamma rovesciata.
Le materie prime venivano reperite localmente e anche importate dalla Germania e Francia. Dal 1896 al 1916, sotto la direzione di Tommaso Bassi e Antonio Casanova, i prodotti si allinearono allo stile Liberty italiano, decori floreali e motivi dallo stile simile di Ginori e Chini.
La svolta avvenne nel 1923 con l’arrivo di Guido Andlovitz che restò alla S.C.I. per 40 anni, ottenendo un'importante affermazione alla II Biennale di Monza. Andlovitz, diede un nuovo volto all’impresa andando a introdurre l’art déco. Luciano Scotti, amministratore delegato della S.C.I., introdusse una tecnologia nuova e un marketing più strategico. Nel corso dei primi anni Trenta, la S.C.I. era divisa in due unità. Lo stabilimento di Laveno, disponendo di 1.300 dipendenti si realizzano servizi da tavola e ceramiche artistiche, mentre nello stabilimento di Verbano, con un personale costituito da 400 addetti, venivano fabbricati isolatori per il settore dell’elettrotecnica e porcellane da tavola. Sul finire degli anni Trenta, Andlovitz strinse una stretta collaborazione con lo scultore Angelo Biancini e Antonia Campi. Nel 1965, la ditta venne assorbita dal gruppo Richard-Ginori.