Faenza, città il cui nome è storicamente legato alla produzione della ceramica, ha avuto nel corso del Novecento un grande fermento produttivo, in cui alle “botteghe” vere e proprie si sono avvicendati grandi artisti e scultori di primo piano a livello nazionale e internazionale.
In questo itinerario vi proproponiamo uno sguardo alla ceramica faentina del Novecento attraverso la produzione di quattro fra artisti e botteghe, oggi conservata in altrettanti musei e case-museo.
Partiamo dal Museo Ceramica Gatti 1928, un piccolo ma prezioso museo dove è possibile vedere uno spaccato della produzione ceramica di una Bottega nata negli anni venti. In questa collezione, composta di circa trecento pezzi tra ceramiche, bozzetti e strumenti di lavoro, che vanno dai primi anni del ‘900 ad oggi, si dipana la storia che caratterizza il dna di Ceramica Gatti 1928. Sono esposti i risultati delle idee messe a frutto dai rapporti, nati in questi stessi locali alla fine degli anni venti, tra il ceramista Riccardo Gatti e Filippo Tommaso Marinetti e gli artisti futuristi M. G. Dal Monte, R. Fabbri e G. Balla; di quest’ultimo in particolare sono a disposizione dei visitatori alcuni bozzetti con a fianco le ceramiche realizzate a firma dello stesso Balla, poi piatti, servizi, mattonelle decorative, vasi ecc.
A seguire in ordine cronologico una significativa presenza di opere a “riflessi metallici”, tecnica messa a punto dallo stesso Gatti che lo porta dalla fine degli anni venti ad ottenere riconoscimenti in numerose esposizioni in Italia e all’estero tanto da rivestire un ruolo importante nel rinnovamento dello stile della ceramica moderna.
Il Museo sorge a fianco della bottega Ceramica Gatti 1928, unica rimasta attiva a Faenza tra quelle nate prima dell’ultimo conflitto mondiale e che tutt’ora opera con le stesse tecniche e negli stessi locali dell’epoca con modelli, tecniche e motivi decorativi non solo propri ma, come da tradizione, anche in collaborazione con artisti di fama internazionale: su richiesta, potete visitare anche gli spazi di lavoro, ricchi di fascino.
Ubicato nelle vicinanze, sempre nel quartiere Borgo Durbecco, si trova poi il Museo Guerrino Tramonti, composto da cinque sale che ripercorrono l’intero percorso antologico dell’artista, nato a Faenza: sono esposte le opere che secondo l’autore meglio rispecchiano il suo percorso artistico, un’immensa varietà di forme e di colori e un sublime mondo espressivo creato da un’originale sensibilità cromatica, applicata anche ai dipinti su tela e tavola.
Vicinissimo al Museo Tramonti troverete poi il Museo Leandro Lega, nato con l’intento di favorire l’ampliamento della conoscenza del suo nome e la diffusione della sua opera, nella sua multiforme attività di artista e di animatore di proposte culturali. Negli spazi del Museo sono raccolte le sue opere in un percorso antologico che copre buona parte del Novecento. Al centro la dirompente passione per la ceramica, raccontata in tutte le sue sfumature: tonalità diverse colte come attraverso un prisma, la materia ci riporta agli albori della civiltà; gli smalti, gli ossidi tratteggiano il miracolo alchemico della ceramica. L’opacità delle forme ingobbiate è possente e la lucentezza delle vetrine e dei lustri è intrigante. Le opere ci permettono di evidenziare alcuni luoghi comuni: la volontà di raccontare emozioni senza filtro, l’atto di guardare il mondo stringendo gli occhi, per cogliere i più minuti particolari e per renderli attraverso la materia. Il percorso museale comprende uno storico laboratorio, l’archivio e la biblioteca.
La figlia di Leandro, Carla Lega, è una ceramista attualmente attiva a Faenza: se avete tempo potete visitare anche il suo laboratorio (previo contatto telefonico).
Infine, torniamo verso il centro storico di Faenza e visitiamo il Museo Carlo Zauli, contenitore che dal 2002, attraverso le sue collezioni, e le diverse attività culturali, esplora e diffonde l’arte contemporanea in tutti i suoi linguaggi, con un’attenzione particolare alla ceramica, materiale della tradizione locale. Si trova infatti a Faenza, in pieno centro storico, all’interno dei locali che furono dal 1949 di Carlo Zauli, uno dei più rappresentativi scultori del 900, di cui promuove il lavoro e la storia. Lo spazio, sia espositivo che di produzione culturale, creato immediatamente dopo la morte dell’artista è stato riprogettato in modo che raccontasse il suo lavoro e ricreasse, con strumenti attuali, la vitalità che ne aveva sempre caratterizzato l’atmosfera. Il museo ospita due collezioni permanenti: una dedicata a Carlo Zauli e una composta dai lavori di artisti contemporanei, realizzati anche grazie ad un intenso programma di Residenze d’Artista.