Un viaggio tra le antiche ceramiche di Bassano del Grappa, Nove ed Este

Dalla preistoria all’Ottocento, dalle rive del Brenta ai Colli Euganei, vi proponiamo un viaggio tra la storia, l’arte e le tradizioni di tre città venete dalla cultura ceramica elegante e funzionale.

 

Iniziamo il nostro tour dalla città ricca con un patrimonio storico, artistico e culturale, dalle numerose mostre ed esposizioni di prodotti locali e dalle manifestazioni culturali, artistiche e folcloristiche: Bassano del Grappa.

Bassano ha una tradizione commerciale e industriale di lunga data, iniziata nel Cinquecento con la manifattura del ferro e del rame e con la tessitura di lana e seta, ma la sua fama crebbe con l’industria della ceramica. Gli esempi più antichi di maioliche prodotte sono frammenti di scodelle, piatti e alzate ritrovati durante gli scavi di via Campo Marzio nel 1982, dipinti in policromia con la decorazione chiamata “candiana”.

Il periodo di massimo fulgore per la ceramica nasce con l’affermazioni della manifattura dei Manardi, che producono ottime maioliche dette “latesini”. La famiglia Manardi ebbe, nel 1669, l’esclusività della produzione di maiolica nella Repubblica di Venezia.

Un simbolo di grande ricchezza e civiltà di Bassano è il Palazzo Sturm: che ospita il Museo della Ceramica “Giuseppe Roi”. Il museo occupa tutto il piano nobile del palazzo e i punti focali della collezione ceramica, al suo interno, sono le due maggiori manifatture bassanesi: la Manardi e la Antonibon, con una produzione di porcellana eccezionale per varietà di forme e finissime decorazioni pittoriche. La collezione ceramica è sistemata secondo criteri cronologici, raggruppando i materiali all’interno dei diversi periodi storici, delle differenti manifatture e creando sezioni distinte per tecnica esecutiva.

 

La nostra visita si sposta nella città che ha origine dal fiume Brenta, dove le terre stesse della città furono strappate alle acque: Nove. La vicinanza al fiume determinò le fortune economiche del centro e stabilì i connotati di terra di ceramica, grazie al trasporto dei  prodotti finiti e del legname per i forni, per azionare la forza idraulica e i mulini per miscelare gli impasti.

L’insediamento di fabbriche di ceramica è così fitto da caratterizzare la fisionomia urbana, tanto da poter parlare di museo diffuso.

Una ricca collezione di ceramiche la si può trovare nel Museo della Ceramica, inaugurato nel 1995 nell’elegante sede di Palazzo De Fabris. Il Museo si propone come luogo di studio e di incontro per quanti vogliono conoscere e approfondire l’arte della ceramica, infatti fino a qualche anno fa ospitava il locale Istituto d’Arte. La collezione, ripartita per epoche, documenta ampiamente la storia della ceramica veneta dal ‘700, oltre a presentare alcuni interessanti oggetti di epoche precedenti.

La visita ai luoghi della ceramica di Nove può essere completata da una passeggiata nel centro della città, alla scoperta delle antiche fabbriche e manifatture, come quella degli Antonibon, la più antica fabbrica di ceramica che ha mantenuto un’attività costante nel tempo.

 

Potete completare la vostra visita passeggiando tra le antiche manifatture e le vie del paese, costellato di opere in ceramica e in cui anche l’arredo urbano è costituito da veri e propri capolavori. Del Museo Diffuso fanno parte il Museo della Ceramica; la Roggia isacchina e il parapetto didattico, che è formato da una serie di pannelli di varie dimensioni realizzati da Giulio e Flavio Polloniato; il Palazzo Baccin, la cui facciata venne arricchita da un grandioso fregio allegorico in terraglia dipinta e invetriata, realizzato da “Doro” Sebellin, raffigurante una teoria di putti che giocano con le oche e sostengono festoni di fiori e frutta policromi; l’Antico Mulino, realizzato esclusivamente per la produzione di impasti e vernici per la ceramica e oggi è il più antico esempio funzionante in Europa di questa tipologia..

 

L’ultima tappa del nostro tour della ceramica termina nella città dal passato millenario che si armonizza grazie all’atmosfera architettonica e la scena urbana: Este.

Per i veneti dovette essere una specie di capitale fluviale che riemerse alla storia con l’arrivo degli Este, primo nucleo fortificato rifatto dai Carraresi.

Sin dalla preistoria, in questa città, esisteva una ricca produzione di ceramica, fino al Settecento che divenne il momento di maggiore splendore con l’arrivo di artigiani che diffusero metodi e stili di lavorazione e fecero emergere alcune manifatture d’eccellenza: la più importante è la Franchini.

Girolamo Franchini fondò la propria fabbrica di terraglie e porcellane in collaborazione con lo sculture e modellatore francese Jean Pierre Varion.

Le antiche ceramiche, porcellane e le sculture sono oggi conservate nel Museo Nazionale Atestino. Il museo ha sede nel palazzo dei Mocenigo, che inglobava nella facciata principale un tratto delle mura del trecentesco castello dei Carraresi. Oggi sono visitabili i bellissimi tre saloni del piano nobile che conservano affreschi seicenteschi con putti, trionfi di frutta e fiori e figure allegoriche che evocano la virtù della famiglia Mocenigo. Al suo interno troviamo, anche, reperti in terracotta risalenti al 4000 a.C. accanto a tracce significative dei periodi medievale e rinascimentale. Tra le sculture troviamo il Cristo dei Franchini.

La missione del Museo Nazionale Atestino è quella di acquisire, conservare, ordinare ed esporre al pubblico, per finalità di educazione e di studio, i reperti preromani e romani di Este e del suo territorio, oltre che promuovere la conoscenza della civiltà e della storia dei Veneti antichi.

 

Per organizzare la vostra visita, vi consigliamo di rivolgervi agli Uffici Informazioni Turistiche delle varie città, che troverete in questo portale, nelle pagine dedicate alle città.

 

Fonti

Ricerche e censimenti del progetto Mater Ceramica

AiCC e Touring Club Italiano (a cura di) (2019), Le città della Ceramica, Milano, Touring Editore

http://www.buongiornoceramica.it/home/buongiorno-ceramica/citta/

https://www.museonove.it/museo-diffuso-nove/