Il MIC di Faenza è coinvolto come partner in un nuovo progetto della durata di tre anni finanziato dall’Unione Europea, il CER-DEE – Creative entrepreneurship in ceramic regions – developing.Capofila del progetto è il Porzellanikon di Selb in Germania che insieme al MIC e altri sei partner europei (Ceramic Museum in Boleslawiec – Polonia, – New Design University Pölten – Austria, National Museum of Slovenia,  Technical University in Ilmenau – Germania, University of West Boemia in Pilsen – Repubblica Ceca e  il Tourist centre in Kranj  – Slovenia) si propongono di creare una rete di cooperazione tra i principali distretti storici della ceramica europea per mettere insieme conoscenze di musei, piccole/medie imprese e istituti di settore in un momento in cui la competizione globale sta mettendo a dura prova il settore.

 

Tre i principali obiettivi: fondere le attività regionali in un insieme di pratiche europee attraverso la mappatura di proposte e potenziali sviluppi economici, sviluppare protocolli europei di formazione atti ad incrementare forze creative, sviluppare strategie di marketing, di cooperazione.

 

Il MIC di Faenza è coinvolto in prevalenza nella parte di formazione grazie anche alla collaborazione di altri enti locali come l’ISIA di Faenza, Confartigianato, CAF CNA, Contamination Lab, in collaborazione, come di consueto, con il Comune di Faenza.

 

Tutte le attività saranno messe in rete con gli eventi dedicati al design, all’artigianato e all’arte organizzati insieme ai partner Europei, in particolare il Concorso Future Lights, Argillà e il Premio Faenza.

 

Per informazioni: www.micfaenza.org







Dal 1 giugno al 6 ottobre il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza dedica una grande personale all’artista spagnolo Miquel Barceló uno dei massimi protagonisti della scena contemporanea internazionale.

 

La mostra faentina, a cura di Irene Biolchini e Cécile Pocheau Lesteven, è la prima vera antologica in Italia dedicata alla sua produzione ceramica, dagli esordi ai giorni nostri, e vede nascere un progetto speciale realizzato dall’artista appositamente per il MIC di Faenza in dialogo con le opere della storia della ceramica esposte nel più grande museo al mondo dedicato a questo linguaggio.

 

Per il MIC di Faenza l’artista creerà un’installazione in dialogo con la sezione dedicata alle ceramiche faentine. All’interno della sala l’artista posizionerà le sue ceramiche, dai primi lavori in argilla della fine degli anni Novanta ai giorni nostri. Inoltre, in tributo alla storia del MIC, selezionerà per affinità alcuni pezzi chiave della collezione ed interverrà all’interno delle vetrine in maniera mimetica, in un racconto autobiografico in cui l’elemento privato si mischia alla storia.

 

La mostra proseguirà negli spazi destinati alle mostre temporanee del museo.

 

Per informazioni: www.micfaenza.org

 

Foto: Miquel Barceló, Grand Mur De Têtes, 2016, terracotta e smalti/ earthenware and glazes, dimensioni variabili, ph © André Morin, courtesy Archivio Barceló







All’interno del progetto Mater Ceramica, finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e coordinato da Confindustria Ceramica – in collaborazione con l’Associazione Italiana Città della Ceramica (AiCC), il Centro Ceramico di Bologna ed il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza (MIC) – AiCC ha curato la realizzazione di due importanti studi sul settore della ceramica artistica e artigianale italiana, i cui risultati sono stati presentati in un convegno lo scorso venerdì 14 dicembre a Roma, presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica in Palazzo Giustiniani.

La prima ricerca, curata da AiCC e affidata ad ARTEX Firenze (Centro per l’artigianato artistico e tradizionale della Toscana), dal titolo “La produzione ceramica in Italia: struttura del settore artistico e artigianale per gli anni 2012-2016”, rappresenta l’ideale continuazione di un analogo studio condotto nel 2009. La ricerca definisce la mappatura della produzione ceramica artistica e artigianale in Italia dal 2012 al 2016, analizzando struttura produttiva e occupazionale del settore, i principali risultati economici delle imprese e i processi di commercializzazione dei prodotti ceramici.

 

Attraverso una curata e completa raccolta ed analisi di dati (numero e distribuzione di imprese ed addetti, fatturato e volumi d’affari, caratteristiche della lavorazione, ecc.) lo studio fornisce un inquadramento economico del settore ceramico artistico ed artigianale, nel periodo considerato, con numerose chiavi di lettura per comprendere meglio lo scenario in cui le imprese artigianali stanno operando. La ricerca si è occupata della mappatura della produzione ceramica artistica e artigianale in Italia dal 2012 al 2016 attraverso l’analisi dei dati forniti dall’Agenzie delle Entrate, che nel 2016 ha espanso il comparto della ceramica anche a tutti i produttori industriali che lavorano l’argilla per uso tecnico, industriale e sanitario. In particolare sono stati analizzati: la struttura produttiva e occupazionale di settore, i principali risultati economici delle imprese e dei processi di commercializzazione dei prodotti ceramici.

 

Dall’analisi è emerso che al 2016 si registrano 2034 imprese in Italia che si occupano di ceramica artistica e artigianale – rimangono comunque in flessione negativa rispetto al 2015 (-8.68%), mentre il numero degli addetti, in prevalenza lavoratori dipendenti, è aumentato passando da 6044 a 7574 occupati. Anche il fatturato medio ha subito un incremento. Nel 2016 è salito a 362.671 euro con un fatturato per addetto pari a 97.492 euro. Nel complesso il settore ha prodotto un volume d’affari pari a quasi 700 milioni di euro, dove il 69% è rappresentato da prodotti finiti per usi ornamentali e domestici.

 

“La ricerca porta a fare due riflessioni – ha commentato Elisa Guidi di Artex che ha condotto la ricerca – da una parte è certo che rispetto al 2006 il settore ha avuto una contrazione considerevole, circa il 29% di ridimensionamento. Questo per la crisi che comunque era già in atto nel 2006, dall’altra parte però il fatturato è aumentato. Significa che le aziende che hanno saputo rinnovarsi e hanno resistito alla crisi sono passate ad una classe di fatturato più alto. Questo grazie all’allargamento al livello internazionale del loro mercato di riferimento e anche alla produzione e commercializzazione in conto proprio. Le aziende che abbiamo analizzato sono infatti di piccole e medie dimensioni e producono oggetti d’uso in piccole produzioni ed hanno in media 3.2 addetti”.

Il secondo studio, curato sempre da AiCC, è uno studio di marketing strategico dal titolo “Città e botteghe della ceramica artistica e artigianale in Italia: analisi del rapporto con il mercato e con la domanda e ipotesi per il rilancio”. Lo studio è stato affidato al centro TeDIS della Venice International University, guidato da Stefano Micelli (Università Ca’ Foscari), Luca De Pietro (Università di Padova) e Selena Brocca (ricercatrice junior Università Ca’ Foscari), affiancati da Giuseppe Olmeti (Coordinatore AiCC).

 

Lo studio propone l’analisi e le valutazioni di un percorso di ricerca intrapreso fra aprile e luglio attraverso la realizzazione di sette “focus group”, con l’obiettivo di analizzare e mettere a fuoco i punti di forza dei principali poli della ceramica artistica in Italia e conseguentemente costruire un quadro strategico per identificare nuove opportunità di promozione commerciale delle imprese del settore a scala internazionale.
I focus group sono stati realizzati nelle principali “Città della Ceramica” socie di AiCC: Caltagirone, Deruta, Faenza, Grottaglie, Montelupo Fiorentino, Nove/Bassano del Grappa e Vietri sul Mare, coinvolgendo imprese, istituzioni pubbliche e associazioni di categoria a cui è stato chiesto di contribuire alla definizione di un set di strategie innovative per competere in un nuovo contesto internazionale e di esplicitare gli elementi distintivi attuali e futuri dei diversi poli urbani per sviluppare strategie di “go to market”.

 

Dalla ricerca sono emerse importanti indicazioni sulle tipologie di azioni che possono essere potenziate e percorse per una migliore presenza commerciale, in Italia e all’estero, delle imprese italiane della ceramica artistica e artigianale.
Le linee di azione per il rilancio del settore devono passare da tre ambiti: il rinnovo del “prodotto” attraverso il mondo del design, il “presidio digitale” per ottimizzare le opportunità offerte dal commercio elettronico e dai portali dedicati a prodotti con forte connotazione artigianale e infine il “marketing territoriale” che ogni città della ceramica dovrebbe intraprendere per incentivare turismo, fondi e relazioni internazionali.

 

“La sfida della ceramica, come del resto di tutto il made in Italy – ha commentato Stefano Micelli dell’Università di Ca’ Foscari – è quello di sapere mettere in produzione delle piccole serie che hanno radici nella tradizione di un territorio, ma che si rivolgono ad un pubblico di nicchia che sta tra Londra, Parigi e New York. Per raggiungere questo mercato è importantissimo sapere comunicare e sapere costruire una storia e un’esperienza intorno al proprio prodotto anche con l’ausilio delle tecnologie digitali. Il marketing territoriale è invece un tema più politico dove la scuola e la formazione hanno un ruolo chiave per l’innovazione della ceramica artistica e per la formazione di esperti della comunicazione”.

“Le ricerche fanno parte del progetto Mater Ceramica finanziato dal MISE secondo le finalità della legge 188 del 1990 – ha aggiunto il Senatore Stefano Collina, presidente del gruppo europeo città della ceramica AEuCC – Il progetto mette insieme per la prima volta in una visione comune industria e artigianato della ceramica che sono patrimonio della nostra comunità. Quindi, in una sorta di federalismo della ceramica, sono stati messi insieme tutti gli attori: AiCC in rappresentanza di tutte le città della ceramica italiane, Confindustria Ceramica, Il Centro Ceramico di Bologna e il MIC di Faenza, per individuare delle chiavi di sviluppo di tutta la filiera della ceramica”.

 

“Mater Ceramica è un progetto importante, del quale iniziamo a vedere i primi risultati ‘concreti’ – ha concluso Massimo Isola, Presidente AiCC – Nello scenario contemporaneo, in continua evoluzione, questi studi sono per noi materiale prezioso su cui riflettere e programmare al meglio la nostra attività come Associazione Italiana Città della Ceramica, affiancando produttori, artisti e musei della ceramica, valorizzando il patrimonio ceramico, materiale e immateriale, delle nostre città, stimolando l’apertura internazionale degli artigiani, il dialogo tra arte e artigianato, promuovendo la contaminazione tra stili e saperi”.







Il progetto Mater Ceramica, partito a maggio 2017, ha l’ambizione di mettere insieme, per la prima volta, tutta la conoscenza relativa alla ceramica italiana e di divulgarla: il passato e il presente della ceramica italiana in tutte le sue componenti produttive sia industriali che artigianali e artistiche ancorandole ai territori di produzione.

 

Ma per quale motivo Confindustria Ceramica si è resa capofila di un progetto così ampio è apparentemente squisitamente culturale? A questa domanda rispondono bene le parole di alcuni relatori che in occasione di Cersaie hanno presentato il progetto durante una conferenza il 27 settembre 2017.

 

«Dobbiamo considerare il passato come una risorsa, è ciò che si può chiamare il ‘potere dell’archivio’- ha affermato Fulvio Irace, professore di storia dell’architettura del Politecnico di Milano -. A fianco delle grandi istituzioni museali, come quella di Faenza, ci sono gli archivi d’impresa: un vero e proprio scrigno di memoria di saperi tecnici, costruttivi e familiari». Per Irace, quindi, la proiezione e la ricerca nel futuro non possono prescindere dal passato. (Leggi anche l’articolo “Materia antica e così moderna” di Fulvio Irace, pubblicato da Il Sole 24 Ore, Rapporto Industria Ceramica, il 19 settembre 2017).

 

«Gli artigiani nel tempo non sono rimasti uomini del mestiere, ma sono diventati impresa, innovatori e sperimentatori dal punto di vista tecnologico e del design. In Italia l’artigianalità è sempre andata a braccetto con l’imprenditorialità». E’ quanto ha affermato Stefano Micelli, professore di Economia e Gestione delle imprese dell’Università Cà Foscari, mettendo poi anche in luce la valenza turistica del progetto: «Oggi quando il turista visita un territorio o una città, sempre di più cerca la dimensione dell’autentico, e la trova nel lavoro. L’accesso alla cultura locale avviene attraverso la conoscenza dei prodotti della tradizione, e ciò che si intende fare in questo progetto è anche integrare il fare dentro una fruizione turistico-culturale avanzata”.

 

Mentre Luciano Galassini, vicedirettore di Confindustria Ceramica, ha concluso sottolineando la valenza culturale e storica di questa iniziativa volta a recuperare il sapere contenuto negli oggetti ceramici, «perché un popolo senza memoria è un popolo senza futuro».

 

Video della conferenza

 

 

Ancora più incisive in merito sono le parole di Fulvio Irace utilizzate per il testo del video realizzato da Francesca Molteni per la promozione del progetto: “Il progetto Mater Ceramica nasce dalla consapevolezza – si dice nel video – che, come diceva Gio Ponti, «Nel presente ci rappresentiamo il passato e il futuro».

 

 

La bellezza non è un dato del caso, ma è un progetto consapevole delle sue radici. Per questo è nato il progetto Mater Ceramica: studiosi e ricercatori stenderanno la mappa storico-geografica dell’Atlante della ceramica italiana, costruendo una rete virtuale dei mille centri della creatività artistica e industriale, mettendo in connessione i nodi dell’Italia delle città, dei territori, delle regioni. Un Portale digitale della ceramica sarà la finestra interattiva per comunicare con il mondo, perchè il binomio prodotto/territorio è il tema di fondo dell’industria del futuro; una guida turistica dei luoghi della ceramica avvierà la costruzione di un racconto dell’Italia che, accanto alle fabbriche, mette in evidenza il paesaggio antropico e culturale, cui la ceramica stessa, come lavorazione della terra, appartiene. È la nuova frontiera del design: una visione strategica del prodotto, dove l’innovazione non è solo tecnologica, ma esperienziale e culturale”.

 

In definitiva l’obiettivo del progetto è di rafforzare la competitività della ceramica Made in Italy a livello nazionale e internazionale rafforzando la conoscenza della sua qualità in una narrazione storica e geografica dei prodotti industriali e artigianali, della sua antica e radicata tradizione artistica e artigianale, narrazione di imprese, storie di imprenditori, di lavoratori e delle soluzioni tecniche e innovazioni adottate nel corso dei tempi fino ad oggi. È questa la prima volta che in Italia e probabilmente in Europa un intero settore collabora a un progetto comune coinvolgendo tutte le sue componenti produttive: industria, artigianato e arte.

Maria Teresa Rubbiani
Confindustria Ceramica