Le Civiche Raccolte d’Arte Applicata di Milano vantano una preziosa collezione di materiali ceramici, che è conservata nel Museo di Arti Decorative del Castello Sforzesco ed è esposta nelle sale collocate al secondo piano della Rocchetta, tranne alcuni esemplari che sono esposti nella sezione “Dagli Sforza al Design”, nel Museo dei mobili e delle sculture lignee al primo piano della Corte Ducale. La raccolta conta più di 7.000 esemplari, di cui circa un terzo esposti, divisi in tre nuclei principali: le ceramiche graffite, le maioliche e le porcellane. Le ceramiche graffite, per lo più ingobbiate e invetriate, sono quasi tutte di epoca tardo medievale e rinascimentale, provenienti da scavi archeologici dell’Italia settentrionale. Si tratta di ceramiche d’uso con qualche eccezione per un numero limitato di esemplari da parata. Nella collezione sono presenti anche molti esemplari “moderni”, realizzati dalla Manifattura Loretz di Milano, espressione dell’interesse antiquariale ottocentesco, a cui è dedicata un’intera sezione. Il nucleo più importante è senza dubbio costituito dalle maioliche, la seconda collezione italiana dopo quella di Faenza, caratterizzata dai meravigliosi piatti cinquecenteschi da pompa, istoriati, che riproducono composizioni ispirate al mito classico di Raffaello e della sua bottega, opera di abili maestranze rinascimentali urbinati, come Xanto Avelli, Nicola da Urbino, Orazio Fontana e i Patanazzi. Sono presenti anche capolavori seicenteschi, di gusto più decorativo, come le maioliche di Castelli d’Abruzzo, di Pavia e di Savona-Albissola.
I manufatti ceramici settecenteschi lombardi, che si dividono in opere provenienti dalle botteghe milanesi dei Clerici e dei Rubati e in esemplari realizzati a Lodi, mostrano il mutamento del costume nella nuova apparecchiatura della tavola: si inventano nuove tipologie di piatti da portata e fantasiosi decori, forse per la sollecitazione provocata dagli usi della corte austroungarica a Milano.
L’ultimo nucleo, non per importanza, è quello delle porcellane e delle terraglie, rappresentative delle principali manifatture europee attive tra Settecento e Ottocento: Meissen, Sèvres e Doccia.
Tra le opere novecentesche, si segnala, invece, il notevole gruppo di maioliche e porcellane disegnate da Giò Ponti per la manifattura di Richard Ginori e un nucleo di circa 30 opere di Pietro Melandri.
L’ampia collezione di ceramiche trova un perfetto completamento negli esemplari mediorientali e nel nucleo di porcellane cinesi e giapponesi appartenenti alle Civiche Raccolte Extraeuropee, in parte esposte nella sezione “Mediterraneo”.