La collezione Chigi Saracini si è formata nel corso del XVIII secolo grazie alla passione erudita del suo proprietario, il nobile senese Bernardino Saracini, che iniziò nel 1770 a raccogliere testimonianze artistiche della produzione locale. Il nipote Galgano fu poi un collezionista sensibile ed attento verso ogni tipo di espressione artistica , maioliche e porcellane comprese, e aprì al pubblico nel 1806 un vero e proprio Museo privato. Tale patrimonio è stato ereditato nel 1906 dal Conte Guido Chigi Saracini, fondatore dell’Accademia Musicale Chigiana, ed è ancora visibile presso il suo Palazzo di via di città a Siena. Complessivamente la raccolta di maioliche, che non è numerosa ma i cui pezzi sono accuratamente scelti, si componeva di due nuclei fondamentali, uno Cinquecentesco ed uno Settecentesco. Il primo teneva conto delle aree canoniche della maiolica italiana con particolare riguardo dell’officina urbinate, toscana, faentina e marchigiana e il secondo si avvaleva della presenza di numerosi pezzi provenienti dalla Manifattura Chigi Zondadari di san Quirico d’Orcia, che si distingue per la raffinatezza e l’eleganza. Il materiale fu acquistato in seguito all’alienazione dei patrimoni ecclesiastici per le soppressioni delle comunità religiose che avvenne in Toscana nel 1785 ed infatti si può notare come la maggior parte di reperti sia soprattutto di destinazione conventuale.
Per quello che riguarda invece gli oggetti settecenteschi, di natura aulica e classicheggiante, mostra l’interesse, da parte di Galgano Saracini per la contemporaneità. Dal punto di vista ceramologico la raccolta si evidenzia per la qualità e la perfezione tecnica delle opere e può essere considerata al pari delle più significative raccolte europee di ceramiche italiane.