Nell’eterogenea raccolta d’arte del museo, sono conservati quasi 200 pezzi realizzati in maiolica, ceramica, terracotta e porcellana. In particolar modo vasi di quest’ultimo materiale, di produzione italiana e orientale (cinesi e giapponesi), sono in parte esposti nell’allestimento permanente, che comprende alcune “sale ambientate”, mentre si conservano in deposito pochi oggetti da tavola e statuette di produzione europea (Francia e Germania, soprattutto Meissen). Quasi tutte esposte sono invece le terracotte plastiche, bozzetti e sculture patinate, di soggetto sia devozionale sia mitologico, che coprono un lasso cronologico dal XV al XIX secolo (26 opere); tra gli autori a cui essi sono attribuiti si ricordano Gabriele Brunelli, Filippo Scandellari, Giovanni Battista Bolognini, Antonio Trentanove, Antonio Canova, Giacomo De Maria, Cincinnato Baruzzi. Un piccolo nucleo di ceramiche (17 pezzi) di epoche diverse e di produzione italiana è composta per lo più da vasi, anche di grande formato ad imitazione delle produzioni del vicino e dell’estremo oriente.

Particolarmente prestigiosa è la raccolta di maioliche, che ammonta a 115 pezzi e proviene quasi interamente dalla collezione che Pier Ignazio Rusconi donò al Comune di Bologna nel 1930. Per ragioni di spazio è conservata in deposito ed esposta solo in occasione di mostre tematiche. In essa vi sono esemplari provenienti dalle principali manifatture italiane, a partire dal XVII secolo: a decori azzurri dalla Liguria, a “grottesche” da Deruta e Faenza, con figure della tradizione popolare da Montelupo, con soggetti floreali da Pesaro, con il celebre decoro “a papavero” dalla manifattura Ferniani di Faenza e soprattutto a decori botanici – in parte di ispirazione faentina – dalle manifatture bolognesi settecentesche di Antonio Rolandi e dei fratelli Finck.