Per oltre due secoli, dalla fine del Quattrocento a tutto il Seicento, nel castello di Mondaino numerose botteghe di vasai si sono dedicate alla lavorazione delle maioliche. Una produzione ricca ed importante riscoperta solo recentemente, grazie ai molteplici recuperi di materiali ceramici avvenuti lungo il perimetro delle mura e nel centro storico. Il passo decisivo nel rilancio di questa tradizione ceramica si ebbe nel 1995, quando, durante i lavori di sistemazione del parco Fratte, vennero alla luce i resti di uno dei tredici torrioni del castello e numerosissimi frammenti in maiolica e scarti di fornace delle antiche fabbriche, segno inequivocabile di una produzione locale. Sotto l’egida della Soprintendenza per i Beni Archeologici venne affrontata una campagna di scavo che permise di documentare con precisione le produzioni e restituire a Mondaino un ruolo importante nella storia della maiolica italiana. Il momento di massima produzione si ebbe tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, dove particolarmente ampia è la gamma delle tipologie decorative che spaziano dai trofei, alla geometrico-floreale, al serto d’ulivo, alla porcellana, fino ad arrivare ai compendiari e ai paesi su smalto berrettino.
Le caratteristiche stilistiche collocano la produzione di Mondaino vicina al tipo metaurense, e quindi simile a quella di Pesaro, Urbino e dell’antica Casteldurante, ma con peculiarità proprie, tanto da consentire di rivendicare a Mondaino diversi esemplari conservati in musei e collezioni private. Numerosi anche i dati di archivio che raccontano di maestranze locali spesso affiancate da vasai provenienti da Rimini e dalle vicine Marche, mentre la commercializzazione copriva buona parte del Montefeltro, il pesarese e la Romagna fino a Cesena. Oggi le testimonianze di questa attività artistico-artigianale si possono ammirare nel piccolo museo delle Maioliche assieme alla fedele ricostruzione storica di una bottega di quel tempo.