La raccolta di ceramiche si forma a Forlì nell’ultimo venticinquennio dell’Ottocento, in seguito a recuperi da scavi occasionali e ad importanti donazioni, quali la fiasca con il mito di Diana e Atteone o il piatto con la scena di Giuditta che esce dalla tenda di Oloferne e sul retro la scritta FA(ctum)I(n)FOR(o)L(ivio). Ma è soprattutto il materiale ceramico che proviene da scavi di fornaci, di particolare interesse la fornace di Casa Pantaleoni, attive in varie zone della città dal
tardo medioevo al Rinascimento, a qualificare il museo, confermando una più antica tradizione: nel Libro Biscia di San Mercuriale, agli anni 1092, 1114 e 1116 Forlì viene chiamata “Figline” e negli Statuti del 1359 si indica in quale luogo del nuovo mercato di Campo dell’Abbate le ceramiche debbano essere esposte per la vendita. È soprattutto originale la produzione di ceramica graffita, con le saliere configurate in forma di figura femminile, i bacini decorati da esseri fantastici, quali arpie col fiore in bocca, uccelli, volti umani, oltre ad una grande varietà di motivi vegetali. E ancora gli esiti della maiolica arcaica e della zaffera a rilievo, fino alla ripetitività dei motivi del gotico floreale.

Degni di nota i vasi da farmacia con albarelli, brocche, fiasche, pillolieri, documentano l’attività di spezierie forlivesi dal Cinquecento alla fine del Settecento. Oltre agli splendidi corredi in smalto berettino della secentesca Farmacia Facchinei, citiamo il vaso della Teriaca, prezioso elettuario ritenuto rimedio universale atto a mantenere i corpi in perfetta salute. Fra i pezzi da collezione, rari ed importanti, la fiasca urbinate con storie di Atteone (1535-1540 ca.), i grandi piatti con scene mitologiche, la scodella e l’ongaresca del servizio da parto (1549).
Segnaliamo infine presenze di mattonelle pavimentali maiolicate di estrema raffinatezza provenienti da scavi nella Rocca di Ravaldino, dalla demolizione della Cappella Lombardini nella Chiesa di San Francesco Grande, ora distrutta, e dalla Chiesa di Fornò. Una piccola antologia degli oggetti più importanti è attualmente esposta in alcune vetrine nel salone centrale della Pinacoteca civica in Palazzo del Merenda.
Crediti fotografici: Archivio Musei civici di Forlì; Giorgio Liverani, Forlì; Luca Massari, Forlì; Costantino Ferlauto, IBC Bologna