Le attuali collezioni di ceramiche dei Musei civici di Treviso ebbero origine dalle raccolte che Luigi Bailo (Treviso 1836 – 1932) ricevette in donazione o acquistò per esporle negli spazi dell’ex Convento degli Scalzi, divenuti sede del Museo trivigiano, da lui fondato e promosso fin dal 1879.
Nella riorganizzazione museale del 1938, curata da Luigi Coletti (Treviso 1886 – 1961), tali raccolte furono trasferite nella nuova sede di Ca’ da Noal, in un allestimento d’ambiente denominato Museo della casa trevigiana, che subì però gravissimi danni bellici, contenuto compreso, in particolare nel bombardamento aereo del 7 aprile del 1944. Nel dopoguerra alcuni lasciti e donazioni diedero qualche nuovo apporto, seppur limitato a specifici ambiti, come quello delle produzioni orientali di vasellame in porcellana del legato Lattes. Fu solo all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, grazie a un’accorta campagna di restauro e schedatura del fondo – promossa da Eugenio Manzato allora direttore dei musei civici e purtroppo poi interrotta per mancanza di fondi e di priorità organizzativa – che il pubblico ebbe di nuovo accesso ad alcuni dei pezzi migliori, temporaneamente riallestiti nella mostra Ceramiche antiche a Treviso – Le raccolte dei Musei civici, Ca’ da Noal: 4 luglio – 20 ottobre 1991 / 31 marzo – 31 maggio 1992, con omonimo catalogo a cura di A. Bellieni. Da allora l’intero fondo – a parte qualche occasionale esposizione di alcuni pezzi in riallestimenti temporanei presso la sede museale di Santa Caterina e i nuclei che sono in riallestimento presso il Museo di Villa Lattes di Istrana – è conservato nei depositi museali.
Quanto alla composizione del fondo, vi si possono individuare, nel migliaio di pezzi attualmente schedati:
– un nucleo principale di produzioni locali trevigiane (antiche botteghe di bocaleri o fornaci storiche – fra cui Fontebasso, Tognana e Pagnossin – sono documentate in città e nei sobborghi dal XIV al XX secolo) e venete (in gran parte di Angarano, Nove e Venezia), che vanno dalle graffite alle maioliche, dalle terraglie alle porcellane
– una serie eterogenea di maioliche italiane, prevalentemente faentine, lombarde e liguri, dal rinascimento al ‘700, fra cui una coppia di grandi vasi a doppia ansa anguiforme a decoro monocromo azzurro, forse savonesi
– un piccolo gruppo di porcellane europee fra cui spicca un centro tavola in biscuit (18 pezzi coordinati prodotti dalla manifattura parigina Locré – Russinger di via de La Fontaine – au – Roi alla fine ‘700) dono ai musei civici di Emilio Sernagiotto di Casavecchia, e probabilmente proveniente dalla famiglia veneziana dei Da Mula
– l’insieme del lascito Lattes, costituito da svariato vasellame e bibelots di produzione soprattutto cinese e giapponese e da un servizio da tavola in terraglia, con decoro monocromo disegnato dal pittore Arturo Malossi, commissionato a Treviso negli anni ’40 del novecento alla ditta Ceramica d’arte trevigiana della famiglia Tommasini.