Il Museo Archeologico del Friuli Occidentale è allestito dal 2006 presso il castello di Torre, edificio fortificato che sorge su un alto morfologico sulla sponda destra del fiume Noncello dove un tempo si estendeva il complesso di una grande villa romana. Non è documentato con precisione il momento dell’edificazione del castello o almeno della torre-mastio e della cinta muraria. Nel XII secolo (1186) la curtem de Turri appare patrimonio del Vescovo di Concordia, mentre nel 1260 la villa Turris viene offerta dalla nobile famiglia dei da Prata al Patriarcato di Aquileia come risarcimento dei danni provocati alla chiesa dall’alleanza con Ezzelino III. È tuttavia solo nel 1294 che si ricorda il castrum quando cioè il Patriarcato reclama a sé dai nobili di Prata, che ne erano i gestori beneficiari, la struttura fortificata, edificata quindi probabilmente tra 1260 e 1294. Per tutto il XIV secolo il castello di Torre è conteso tra Patriarcato, nobili di Prata, nobili di Porcia, Conte di Gorizia, Carraresi fino al 1391 quando il Patriarca lo concede a Giovannino conte di Ragogna come permuta col suo castello a Ragogna. Dal XV secolo, dopo la resa alla Serenissima e il giuramento di fedeltà a Venezia, il castello dei Ragogna assumerà sempre più le caratteristiche di dimora signorile, ampliata a più riprese con successivi interventi edilizi fino agli inizi del ‘900. Alla scomparsa (1970) del conte Giuseppe, ultimo discendente del ramo primogenito della nobile casata, il castello entra nella proprietà prima della Regione Friuli Venezia Giulia e poi del Comune di Pordenone. Il Museo Archeologico, allestito dopo la conclusione dei vari interventi di restauro del castello effettuati a più riprese dalla morte del conte di Ragogna (i più significativi nel 1995-1997 e nel 1999-2001), presenta un percorso articolato in 24 sale. I reperti esposti nel percorso (circa un migliaio), e quelli (circa 20.000 pezzi) conservati nei sei magazzini ricavati in altri spazi dell’edificio, sono tutti di proprietà statale e sono concessi in deposito regolato da apposita convenzione tra Comune di Pordenone e Ministero per i Beni e le Attività culturali. Il Museo è dotato di impianti antincendio, antintrusione e videosorveglianza, ascensore.
MAIOLICHE ARCAICHE DI PALAZZO RICCHIERI-PORDENONE
Indagini archeologiche condotte tra il 1988 e il 1992 all’interno dello storico palazzo Ricchieri, attuale sede del civico Museo d’Arte, hanno messo in luce due strutture murarie presumibilmente adibite a “butti” ossia ad antiche discariche. Assieme ai resti di pasti e a vetri, i due “immondezzai” hanno restituito una notevole quantità di vasellame bassomedioevale da cottura e da mensa, per lo più databile alla seconda metà del XIV secolo.
CERAMICHE GRAFFITE TORRE DI PORDENONE
I reperti fittili rinvenuti dal conte Giuseppe di Ragogna nella seconda metà del secolo scorso a Torre di Pordenone documentano la presenza di una pregevole manifattura di ceramica graffita rinascimentale. I reperti risultano in massima parte ascrivibili a forme aperte di vario tipo (ciotole, piatti, bacini, catini) destinati tanto all’uso quanto all’esposizione. I manufatti presentano raffinati ed originali decori, graffiti a punta e dipinti in giallo ferraccia, verde ramina e bruno-viola di manganese.
CERAMICHE GRAFFITE VICOLO DELLE MURA-PORDENONE
Uno scavo di emergenza, eseguito nell’inverno 1986-1987 a Vicolo delle Mura di Pordenone in occasione di lavori per la posa di nuove tubazioni e la ripavimentazione del vicolo, ha messo in luce una notevole quantità di manufatti frammentari in ceramica graffita, in massima parte scarti di lavorazione, relativi alle diverse fasi del processo produttivo, proveniente probabilmente da una fornace situata nelle vicinanze e attiva almeno tra gli inizi del XV e la metà del XVI secolo.