Le raccolte civiche di Fano sono conservate all’interno del monumentale Palazzo Malatestiano, voluto da Pandolfo III Malatesti, ed edificato nella prima metà del Quattrocento. Si accede alla struttura da Piazza XX Settembre, attraversando l’antico Arco Borgia-Cybo ed oltrepassando l’androne. Prima di proseguire lungo lo scalone, l’occhio è rapito dalla bellezza della prospiciente Corte Malatestiana. Il percorso di visita si articola attraverso sedici ambienti, ed è suddiviso in quattro aree principali: la Sezione Archeologica, la Sezione delle Ceramiche, quella della Numismatica e la Pinacoteca che comprende la Sala del Caminetto, la Sala Grande, i due piccoli ambienti della Sala del Lavabo e la cosiddetta Sala Morganti. Il Museo documenta un vasto arco cronologico: dai reperti preistorici e protostorici rinvenuti nel territorio fanese, alle testimonianze di epoca romana relative a Fanum Fortunae, dalla pregevole collezione di pitture di scuola locale, veneta, bolognese e romana del XV, XVI e XVII sec., provenienti, nella maggior parte dei casi, dalle chiese del territorio, acquisite in seguito alla soppressione di corporazioni ed enti ecclesiastici, fino all’arte contemporanea, frutto di lasciti e donazioni.
La Sala delle Ceramiche si trova al piano mezzano. All’interno, nella vetrina centrale, è possibile osservare manufatti databili tra il XIV e il XVIII secolo. Accanto ad esempi di probabile produzione locale, sono conservati pezzi di importazione provenienti da Urbania (l’antica Casteldurante), Deruta, Pesaro, come gli albarelli e pillolieri facenti parte della serie di vasi da farmacia decorati con la caratteristica “rosa pesarese”, realizzati nel 1803 dalla manifattura Casari e Callegari di Pesaro e alcuni pezzi del servizio da tavola in porcellana del 1782 eseguito per il Comune di Fano dalla manifattura Veneziana di Geminiano Cozzi.