Palazzo dei Consoli, risalente al XIV sec, costituisce con il complesso di Piazza Grande e Palazzo del Podestà una tra le più maestose realizzazioni urbanistiche medievali. Molto suggestivo è l’interno con la grande sala dell’Arengo, la cappella palatina, il corridoio segreto  e il  piano nobile che si affaccia sulla loggia panoramica. Le sale di Palazzo dei Consoli ospitano dal 1909 le collezioni del Museo Civico. La raccolta museale allestita su diversi piani illustra la storia e la cultura locale dalla preistoria al XX sec. La collezione di ceramiche è allestita nella Sala della Loggetta e lungo il cosiddetto corridoio segreto e si compone di oggetti che rappresentano la storia della tradizione ceramica eugubina, dalla maiolica arcaica alla produzione del XX sec. L’esposizione di maiolica arcaica risalente al XIV sec è caratterizzata da oggetti di uso domestico realizzati al tornio e decorati con motivi stilizzati geometrico-floreali e zoomorfi, colorati utilizzando il verde ramina e il bruno manganese su fondo chiaro e smalto stannifero. Al XV sec. risalgono frammenti di ceramica più elaborata costituiti da manici a torciglione, boccali a becco di pellicano, versatori e ciotole con decorazione a zaffera a rilievo in turchino scuro. Con l’introduzione della tecnica del lustro alla fine del XV sec., la ceramica eugubina si eleva qualitativamente e assume rilevanza internazionale. Il protagonista di questa importante svolta è Mastro Giorgio Andreoli, la cui bottega dominerà la produzione eugubina e quella del Ducato di Urbino per più di mezzo secolo. La sua produzione si qualifica particolarmente per la maiolica istoriata, tipica di forme come taglieri, tondini, bacili e coppe su cui vengono dipinte scene a carattere mitologico, religioso, allegorico e storico. La collezione presenta due pezzi istoriati: il tondino con la Caduta di Fetonte e il tagliere con Pico Circe e Canente. Un’altra tipologia proposta nell’esposizione è quella della coppa su basso piede con decorazioni a rilievo nota come  ‘coppa abborchiata’, produzione in cui la bottega si specializza a partire dal 1530.

Il vasellame farmaceutico costituisce un nucleo importante nella collezione, anche perché numericamente consistente. Il corpus più antico è caratterizzato  da versatori per medicamenti liquidi  e dalla serie di albarelli. A completare a collezione una serie di crogiuoli e duomi d’alambicco in terracotta utilizzati per la distillazione. Nel corso del XIX secolo, a Gubbio l’interesse per gli stili del passato si rivolge in particolare alla ceramica che nel Rinascimento e nella produzione a lustro aveva conosciuto il suo massimo splendore. L’esposizione presenta pregevoli manufatti, molti dei quali lustrati, delle fabbriche più attive: Fabbri e Carocci, Giovanni Spinaci, Antonio Passalboni e Giuseppe Magni. Aldo Ajò è il principale interprete della tradizione ceramica contemporanea. La sua bottega d’arte esegue oggetti di uso, vasi e piatti decorati ma anche grandi pannelli, quasi un compromesso tra la sua vocazione pittorica e quella ceramica. Gli oggetti presenti nel museo documentano il percorso dell’artista dagli anni quaranta del XX sec.


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