Il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina sorge a pochi chilometri da Trento, tra le mura dell’antico convento agostiniano di San Michele all’Adige. Fondato da Giuseppe Šebesta nel 1968, festeggia quest’anno 50 anni di attività, ed è considerato come il più importante museo italiano di tradizioni locali. Il Museo si distingue per le grandi macchine ad acqua che vi sono esposte – il mulino, il maglio, la segheria veneziana, la nòria – e più in generale per l’attenzione che esso dedica alla cultura del lavoro, cioè al sistema agrosilvopastorale e alle lavorazioni artigiane di supporto. L’adattamento all’ambiente delle popolazioni di montagna si avvale di una tecnologia ingegnosa, complessa e versatile: quella dei mestieri del contadino, del mugnaio, del fabbro, del malghese, del tessitore, del boscaiolo, del segantino, del carradore, del ceramista… Di essi al Museo si descrivono attrezzi, tecniche e processi di lavorazione, e si seguono le operazioni con le quali si trasforma la materia prima – legno, ferro, rame, lana, argilla – nei rispettivi manufatti. Di recente riallestimento è la sezione “I riti dell’anno”, nella quale spicca un grande diorama realizzato con la tecnologia 3D, che ripercorre le principali feste invernali da San Martino, l’11 novembre, ai riti della “chiamata di marzo”.
Il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, con la sua ricca Biblioteca specializzata (etnografia e antropologia, storia locale trentina), l’Archivio Provinciale della Tradizione Orale (APTO) consultabile anche su internet, l’Itinerario etnografico del Trentino, l’Alfabeto della memoria, è il luogo ideale per avvicinarsi alla cultura popolare dell’intero territorio. All’esposizione permanente il Museo affianca mostre temporanee, attività didattiche, editoriali e di ricerca, tra le quali il progetto sulle scritte dei pastori della valle di Fiemme e il progetto europeo Carnival King of Europe, fungendo così da centro di studi etnografici per l’intero arco alpino.