In attesa del restauro della propria sede, costituita dal seicentesco ex convento francescano posto sopra l’abitato di Castelli, reso inagibile dal terremoto, il Museo è ospitato in una sede provvisoria all’interno del centro storico di Castelli, dove è esposta al pubblico una significativa documentazione dell’evoluzione delle manifatture castellane dal Medioevo ai giorni nostri. Le collezioni del Museo, oltre al nucleo originario costituito dalla Raccolta Civica creata nel 1939 da Polidori, e dagli acquisti succedutesi nel tempo, in parte anche dalle collezioni Bindi e Nardini, comprendono i depositi permanenti del Museo Nazionale d’Abruzzo e delle collezioni Fuschi, circa trenta di maioliche della bottega dei Gentile, e Giacomini, circa cento opere che illustrano i grandi maestri delle produzioni auliche ma anche i manufatti minori del centro castellano. Tra le opere più significative: la “Madonna che allatta il Bambino” di Orazio Pompei, l’opera più antica, datata e firmata della maiolica castellana; i vasi da farmacia della tipologia Orsini-Colonna e le turchine, le prestigiose produzioni cinquecentesche attribuite a Castelli da pochi decenni e prima rivendicate da tutti i maggiori centri ceramici italiani; piatti da pompa compendiari e di serviti seicenteschi, spesso con le armi dei casati committenti, usati anche per essere esposti durante le feste sui camini, sulle cassapanche e sulle consolle; targhe devozionali per la devozione domestica ed ex voto, dai quali recenti studi hanno potuto individuare le patologie di cui erano affetti i devoti.
Il Museo dispone, inoltre, di opere importanti di tutti i grandi maestri dell’Istoriato castellano, dai Grue ai Gentili, ai Cappelletti, ai Fuina che hanno reso famoso il piccolo centro. In due grandi pannelli sono esposti i mattoni del soffitto cinquecentesco della primitiva Cona di San Donato e una documentazione del secondo soffitto seicentesco (1615-17) della stessa chiesa, denominata da Carlo Levi “La Sistina della maiolica”, che è ancora in situ e costituisce un unicum perché è l’unico soffitto maiolicato esistente in Italia. Appartiene, infine, al Museo anche il “Polittico di Colledoro”, la pala d’altare in stile compendiario con i Santi, San Giovanni Battista, Sant’Antonio, Santa Apollonia e Santa Lucia, proveniente dalla chiesetta di Villa Colli