Il museo, inaugurato nel giugno 1994, vanta un’ampia collezione di ceramiche settecentesche raccolte negli anni ’30 e ’40 dall’industriale saronnese Giuseppe Gianetti.
La struttura della villa è rimasta quella originale e per questo motivo ha un aspetto famigliare; le sale sono disposte su tre piani. Gianetti era un grande appassionato d’arte e la ricercatezza dei pezzi fa si che questa sia una collezione privata molto originale. La moglie Nina Biffi e le sorelle donarono la raccolta e la villa alla Fondazione COE, la quale ha curato l’esposizione e la catalogazione dei pezzi.
LE COLLEZIONI
Ceramiche del XVIII sec. Gianetti inizia a collezionare opere d’arte nel 1913, principalmente quadri, mobili e sculture provenienti dalle gallerie milanesi, romane e torinesi e nel 1933 inizia ad interessarsi alla ceramica. La collezione comprende più di settecento opere, documentate da fatture, notule di acquisto e corrispondenze con antiquari e studiosi, integrata recentemente con la donazione del prof. Aldo Marcenaro di circa una trentina tra porcellane e maioliche.
La collezione è divisa in tre sezioni: la prima e più corposa raccoglie circa 200 pezzi di porcellana prodotta a Meissen, dai primi anni del Settecento alla metà dell’Ottocento; la seconda dedicata alle porcellane italiane, europee e orientali; la terza alle maioliche italiane ed europee del XVIII secolo.
Ceramiche contemporanee
Il Museo ospita una raccolta di ceramica contemporanea con cui promuove un lavoro di ricerca e dialogo con i capolavori della collezione settecentesca. La sezione ospita le opere di vari artisti, tra cui Nando Crippa, Pino Deodato, Fabrizio Dusi, Kazumasa Mizokami, Antonio Quattrini, Giorgio Robustelli; le opere degli artisti vincitori del Concorso Biennale CoffeeBreak.Museum e le opere provenienti dall’IFA (Istituto di Formazione Artistica) e dal CAA (Centro d’Arte Applicata) di Mbalmayo, Cameroun, paese in cui opera il COE.