I Vasi della Spezieria dei Gesuiti di Novellara
Presso il Museo Gonzaga è esposta in un’unica sala la collezione dei vasi da farmacia provenienti dal convento dei Gesuiti di Novellara, istituito nel 1571 per volere di Camillo III Gonzaga e della moglie Barbara Borromeo. Il corredo della spezieria è composto da tre nuclei:
Gruppo veneziano del tardo Cinquecento
È il nucleo più cospicuo e comprende 118 pezzi tra albarelli, boccali, fiasche e vasi sferoidali. L’aspetto decorativo dell’intero nucleo si basa sulla cosidetta decorazione a “fiori e frutti” policromi che compare nella prima metà del XVI secolo e diviene tema dominante del vasellame da farmacia prodotto dalle officine veneziane. Su ogni vaso campeggia un medaglione ovale con il trigramma IHS dell’Ordine dei Gesuiti e in basso un cartiglio con scritto il nome della sostanza contenuta.
Gruppo “istoriato” lodigiano del Settecento
Si tratta del gruppo più importante tra quelli che compongono il corredo della spezieria. È costituito da 15 grandi vasi  da parata (4 grandi e 11 medi) “istoriati” con soggetti mitologici, del Vecchio e del Nuovo Testamento, con temi profani (caccia al cervo e caccia al cinghiale). La loro funzione era prettamente decorativa, a coronamento delle scaffalature su cui erano deposti ed allineati i vasellami d’uso. Su ogni vaso è dipinto un grande scudo con la cornice accartocciata entro cui è tracciato il trigramma IHS dell’Ordine dei Gesuiti La provenienza lodigiana, accertata dalla studiosa Carmen Ravanelli Guidotti, è stata confermata da un documento d’archivio che attesta il pagamento di una grossa cifra per una fornitura al “Sig. Giuseppe Antonio Nossi da Lodi” , registrata il 12 ottobre 1740, in cui vengono indicati “n.4 grandi vasi e n. 12 più piccoli”, di “maiolica fina”. Circa il Nossi, da ricerche di uno studioso lodigiano, è emerso che si trattava del Nessi, proprietario di una fornace di maiolica (in precedenza dei fratelli Caravaggio) ubicata in Borgo Adda.

Gruppo sassolese del Settecento
È molto probabilmente ascrivibile all’ultima fase della spezieria dei Gesuiti e prodotto di officine di Sassuolo ed è  composto da 29 vasi (di uno di questi rimane meno della metà). Sull’intero gruppo la decorazione è di tipo vegetale ed è realizzata in monocromia azzurra su fondo bianco ingobbiato. Su ogni vaso campeggia il medaglione con l’emblema solare IHS dell’ordine dei Gesuiti.
Nella stessa sala sono esposti anche i vasi della collezione Marini – Alato
La collezione, che apparteneva alla dottoressa Carolina Marini è stata donata al Comune nell’anno  2000. Si tratta di undici vasi di ceramica databili attorno alla metà del Settecento. La tipologia viene detta genericamente dell’Alta Italia perché questi contenitori, bianchi e azzurri, avendo incontrato il favore del pubblico, vennero prodotti in Liguria, in Lombardia e in Veneto un po’ da tutti i ceramisti.