Il Museo Nazionale Atestino di Este (PD), nato nel 1834, ha sede dal 1902 nel prestigioso palazzo cinquecentesco della famiglia veneziana Mocenigo. L’allestimento, organizzato su due piani, segue un criterio cronologico e tipologico: il primo piano ospita i materiali archeologici più rappresentativi della cultura dei Veneti antichi, mentre al piano terra sono conservate le testimonianze della città di età romana. La sala XI racconta l’evoluzione della produzione ceramica ad Este, lavorazione che rimane una delle più fiorenti dal XIII secolo fino ad oggi. L’esposizione prevede la storia dello sviluppo delle tecniche ceramiche attraverso gli oggetti conservati. Si inizia con i secchielli dalla tipica decorazione a pettine e dai recipienti da fuoco in pietra ollare provenienti dagli scavi del Castello; per passare poi alle ceramiche invetriate (XIII-XV secolo), dai tipici colori verde ramina e giallo ferraccia, e graffite (XVI-XVII secolo), logica evoluzione della semplice invetriata, con decorazioni che richiamano temi tipici del gotico cortese, con profili di dame, gentiluomini, animali e più generici ornati vegetali e geometrici; e infine alle ceramiche ingubbiate e invetriate (XVI-XVII), pure di fattura locale come attestano le fonti archivistiche.
Si passa poi alle tipiche maioliche berettine grigio-azzurre, disegnate in blu, di ispirazione orientale (XVI-XVII secolo); ai ricchi materiali provenienti dall’abbazia camaldolese di S. Maria di Carceri d’Este, per lo più maioliche compendiarie e berettine; per arrivare alle terraglie settecentesche prodotte a Este sulla scia del successo della terraglia inglese. Dalla fine del 1700 le manifatture locali si specializzano e acquistano caratteristiche proprie, come quella Franchini e Brunello-Contiero. La fase di maggiore fioritura è quella napoleonica: in questo periodo le ceramiche hanno uno stile neoclassico e un colore latteo, e sono costituite soprattutto da pezzi che ornavano eleganti tavole imbandite.