Il progetto di valorizzazione del castello di Montefiore Conca, nell’entroterra riminese, rappresenta una delle pochissime esperienze di archeologia medievale e post-medievale della bassa Valconca. Le indagini archeologiche effettuate dal 2006 al 2008 hanno portato in luce importanti dati sulle antiche strutture del Rocca Malatestiana, restituendo anche una notevole mole di materiale ceramico, protagonista della mostra museale “I colori di Montefiore. Testimonianze archeologiche dagli scavi nella Rocca” (inaugurata il 22 maggio 2009).
Da poco più di due anni dal primo allestimento, l’esposizione si è ampliata e ha cambiato volto grazie agli sforzi congiunti del Comune di Montefiore Conca e della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, con il finanziamento della Banca Popolare della Valconca e di Ceramica del Conca Spa, e la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna.
Il museo intitolato “Sotto le tavole dei Malatesta. Testimonianze archeologiche dalla Rocca di Montefiore Conca”, allestito nella Rocca Malatestiana, espone una parte dei materiali ritrovati nelle discariche durante gli scavi nella Rocca. L’esposizione consente di ricostruire veri e propri frammenti della vita quotidiana nella rocca nei suoi tre secoli di occupazione da parte dei Malatesta prima e dei  Montefeltro poi, dagli inizi del ‘300 alla metà del ‘500.

L’allestimento, progettato dall’Arch. Franco Roberti, si sviluppa su due livelli. Al primo piano sono esposti i reperti in vetro, metallo, le monete e gli stucchi architettonici, che ornavano i saloni e le stanze della Rocca. Al secondo piano sono raccolte le ceramiche d’uso e da mensa, ritrovate durante gli scavi. Pur inserendosi nell’ormai consolidato filone degli studi sulla produzione ceramica di età malatestiana, l’esposizione di Montefiore offre il valore aggiunto di una location straordinaria, quella Rocca a cavallo tra Medioevo e Rinascimento di cui possiamo ammirare i locali recentemente restaurati e, al pianterreno, l’area di scavo archeologico vera e propria, lasciata a vista per il pubblico.