Dalla Grecia Salentina alle Murge Tarantine, questo itinerario vi propone un viaggio attraverso importanti centri della ceramica pugliese attraverso la loro antica storia e i suoi paesaggi dalla naturale bellezza.
Il nostro itinerario parte dalla città la cui attività ceramica è testimoniata dai numerosi reperti rinvenuti appartenenti all’età della Magna Grecia, a quella Romana e a quella del Medioevo: Laterza.
Il centro storico di antichissime origini di questa cittadina pugliese si dispone sul bordo occidentale della gravina omonima e affaccia su meravigliose grotte naturali.
La produzione ceramica della città trovò il suo apice tra l’inizio del Seicento e la fine del Settecento, con maioliche caratterizzate da uno sfondo di smalto bianco e da decorazioni di color turchino. In questo periodo si sviluppa una nuova tipologia di istoriato, definito “istoriato laertino”, caratterizzato da scene di cavalieri, dipinti su piatti di maiolica.
La storia dell’attività di ceramica di questa città è documentata nell’importante Museo della Maiolica di Laterza (MUMA). Collocato all’interno del palazzo Marchesale, il patrimonio del museo è formato dalla splendida collezione di Riccardo Tondolo, che ha raccolto le più pregevoli maioliche prodotte dalle fornaci laertine. Il MUMA espone maioliche dai colori laertini, bianco e turchino: in questo luogo si ripercorre le storie avvincenti e i miti leggendari, leggendoli dalle tese dei meravigliosi piatti da parata o dalla pancia di un’anfora. In questo museo è possibile rivivere il patrimonio artistico nella produzione delle botteghe degli artigiani ceramisti di Laterza.
Il nostro viaggio si sposta nella città nota per le ceramiche artistiche: Grottaglie, nome dovuto alla suo numerose grotte che si aprono nelle gravine attorno all’abitato. In questa città sono stati ritrovati numerosi strumenti di pietra lavorata che hanno portato all’idea di una suddivisione di classi di lavorazione: ceramica di impasto grossolano, ceramica di impasto semifine e ceramica geometrica. La lavorazione della ceramica proseguì in epoca magno – greca, ma un forte incremento ci fu in età medievale.
L’arte figulina di Grottaglie trae molti benefici nell’apporto di ceramisti provenienti da altre città. Nel periodo barocco è caratteristica la produzione dei “bianchi di Grottaglie”, come le zuppiere dai piedi leonini e le ciarle, mentre nel periodo roccocò le forme di ingentiliscono e le decorazioni diventano più raffinate, in cui è molto evidente l’influenza dei popoli arabi.
Sulla sommità di una delle gravine si erge il poderoso Castello Episcopio, sede del Museo della Ceramica, dove trovare manufatti esposti in ambiti cronologici e divisi secondo caratteristiche tecnico – decorative. Oggetti provenienti da collezioni private e reperti archeologici illustrano la storia dei manufatti che nel recente passato avevano un posto di primo piano nella vita quotidiana, sia per le necessità domestiche che ornamentali.
A ridosso della fortezza sorge il quartiere delle ceramiche, dove le antiche botteghe figule producono manufatti ceramici seguendo i tradizionali metodi di lavorazione artigianale tramandati di generazione in generazione dalle famiglie dei maestri ceramisti.
L’ultima, ma non meno importante, tappa del nostro itinerario è Cutrofiano.
La città sorge in un’area caratterizzata dalla presenza di argilla, elemento che è stato fondamentale per lo sviluppo del più importante centro di produzione ceramica del basso Salento. Le tipologie e le forme delle opere ceramiche sono ispirate alla tradizione. Uno degli oggetti più utilizzati erano i fischietti in terracotta: caratterizzati da una grande varietà di forme e colori, in passato erano regali che i giovani offrivano alle innamorate, come un richiamo musicale d’amore a cui era impossibile non rispondere.
Il territorio fu popolato da ville rustiche romane, documentate da resti di ceramiche conservate nel locale Museo della Ceramica. Il museo è legato alla biblioteca comunale che nel tempo si è dotata di una consistente sezione dedicata agli studi sulla ceramica.
Il percorso espositivo è articolato in quattro sezioni: sezione archeologica, che raccoglie la ceramica preistorica, messapica, romana, medievale e post-medievale; sezione tecnologica, che comprende attrezzi e strumenti utilizzati nella lavorazione della terracotta e provenienti da botteghe che hanno cessato nel tempo la loro attività; sezione storico – artistica, che espone ceramiche dipinte e maioliche prodotte fra Seicento e Ottocento, e infine la sezione antropologica che ospita un numero notevole di oggetti di uso quotidiano, sia grezzi sia invetriati.
Il museo si è dotato di una bellissima collezione di fischietti provenienti da diverse regioni d’Italia e da varie parti del mondo.
Per organizzare la vostra visita, vi consigliamo di rivolgervi agli Uffici Informazioni Turistiche delle varie città, che troverete in questo portale, nelle pagine dedicate alle città.
Fonti
Ricerche e censimenti del progetto Mater Ceramica
AiCC e Touring Club Italiano (a cura di) (2019), Le città della Ceramica, Milano, Touring Editore