Dalla più antica produzione ceramica etrusca ad oggi, questo itinerario vi immergerà nella storia di due splendide e antiche città dell’Alto Lazio, attraverso la lavorazione e l’innovazione ceramica.
Città dall’immensa e perfetta atmosfera medievale, Viterbo, capoluogo storico dell’alto Lazio, ha ancora mura merlate e turrite, aperte da sette porte.
Viterbo e la Tuscia Viterbese offrono un itinerario interessante alla scoperta della lavorazione della ceramica. Sono giunti a noi, infatti, bellissimi reperti di epoca etrusca che hanno influenzato e incoraggiato l’evoluzione della produzione ceramica nella Tuscia Viterbese a partire dall’VIII secolo a.C. La produzione ceramica era limitata alla realizzazione di maschere, vasi funerari e sarcofagi.
Tra i manufatti più interessanti si distingue il bucchero, vaso in ceramica nera e lucida, fine e leggerissima. Esistono diverse teorie formulate sulla tecnica della lavorazione del bucchero: alcuni dicono che, i vasi, sarebbero stati ottenuti impastando argilla figulina e polvere di carbone, mentre altri credono che il colore nero lucente sarebbe la risultante di un processo di fumigazione a cui veniva sottoposto il vasellame dopo una prima cottura.
Nel XIII secolo si diffonde la ceramica dipinta sotto vetrina, a testimonianza dell’uso diffuso anche nel Lazio di rivestire il biscotto in terracotta con una miscela vetrosa chiamata appunto vetrina.
Dopo la vetrina, si afferma la decorazione “a zaffera”. Il termine zaffera deriva dalla parola araba al-safra, e significa appunto cobalto. E’ con la zaffera che i ceramisti viterbesi raggiungono una delle più alte espressioni nella decorazione ceramica.
Dal XVI secolo le ceramiche assumono un ruolo fondamentale nell’arredo dei palazzi e per questo si arricchiscono di smalti brillanti e colorati abbelliti con motivi ornamentali per meglio simboleggiare la potenza di famiglie altolocate, riportando simboli araldici e armi gentilizie.
Per uscire dalla città si può percorrere via Cavour, incontrandoci il Museo della Ceramica della Tuscia, ospitato nel Palazzo Brugiotti. Il museo della ceramica ospita reperti medioevali e rinascimentali, che provengono prevalentemente dall’area dell’Alto Lazio.
In pochi sanno che molti dei manufatti ceramici sono stati rinvenuti nei pozzi di scarico, scavati nel tufo all’interno delle abitazioni di epoca medievale.
Il percorso inizia dalle primitive panate a impasto semplice, che risalgono al XII secolo. Attraverso le sale è possibile ammirare variegati manufatti della quattrocentesca “famiglia verde” e splendidi esemplari decorati a “zaffera” blu a rilievo. La collezione comprende anche manufatti ceramici provenienti dai maggiori centri italiani di produzione ceramica, come Deruta, Rimini, Siena..
Proseguendo il tour della ceramica attirano lo sguardo un gruppo di reperti della ceramica castrense dai colori solari e dalle caratteristiche casupole dipinte “a guazzo”. Si arriva, così, ai reperti del 1600 di cui spiccano la serie dei vasi da farmacia, decorati con stemmi dell’Ospedale e del Comune di Viterbo.
Tra gli spazi a disposizione del museo, si consiglia di visitare l’affascinante giardino a sorpresa che stupisce per la sua fitta e rara vegetazione e per le particolari e bellissime fontane.
In cima a un’altura tufacea del territorio di Viterbo, sorge Civita Castellana. L’antica città, tra le più importanti della Tuscia, fu abbandonata nel III secolo a.C., per poi diventare dominio della Chiesa.
Il centro della città richiama l’attenzione del visitatore con i suoi monumenti, tra cui il Duomo, di origine romanica, che presenta un portico duecentesco decorato con mosaici di Jacopo di Lorenzo di Cosma e un portale di Lorenzo di Cosma, anch’esso ornato di un mosaico.
Nell’area di Civita Castellana l’attività industriale primaria è senza dubbio la ceramica, la cui industria nei suoi vari settori caratterizza la cittadina configurandosi come “monosettorialità produttiva”.
L’inizio della produzione ceramica risale al periodo intorno al X secolo a.C. Le necropoli del territorio hanno resistito una notevole quantità di materiale vascolare, che documenta un’arte ceramica estremamente complessa e specializzata.
I primi vasi di manipolazione rozza e grossolana, vengono presto sostituiti dalla tipologia di una tecnica più raffinata, che permette la realizzazione di manufatti a imitazione dell’arte orientale. Nasce così la produzione cosiddetta “falisca”: i soggetti delle decorazioni sono tratti dai miti greci, con variazioni locali e una larga diffusione soprattutto delle scene dionisiache.
L’attività ceramica di Civita Castellana degli ultimi due secoli viene documentata nel Museo Comunale della Ceramica “Marcantoni”, che ripercorre le tappe fondamentali dello sviluppo di quest’attività dalla fase artigianale, agli inizi dell’Ottocento, fino all’avvio della produzione industriale, negli Sessanta: una lunga storia in continua evoluzione, in cui il sapere degli antichi artigiani si sono fusi con le tecnologie moderne.
L’esposizione vanta un ampio numero di ceramiche artistiche prodotte localmente, una ricca collezione di oggetti e strumenti da lavoro, tra cui uno splendido tornio originale, che permettono di toccare con mano il lavoro degli artigiani prima e degli operai delle fabbriche poi.
La produzione odierna è rivolta principalmente al settore sanitario: Civita Castellana è oggi centro dell’omonimo Distretto Industriale e rappresenta uno dei poli produttivi d’eccellenza dell’industria sanitaria mondiale.
Per organizzare la vostra visita, vi consigliamo di rivolgervi agli Uffici Informazioni Turistiche delle varie città, che troverete in questo portale, nelle pagine dedicate alle città.
Fonti
Ricerche e censimenti del progetto Mater Ceramica
AiCC e Touring Club Italiano (a cura di) (2019), Le città della Ceramica, Milano, Touring Editore
Museo della Ceramica della Tuscia, https://visit.viterbo.it/museo-della-ceramica/
Civita Castellana, https://www.comune.civitacastellana.vt.it/pagine.php?idPag=38